Detenuto per l’omicidio della moglie: dubbi sulla morte di Gimino Chirichella

Secondo gli avvocati l'uomo di Sala Consilina potrebbe essere morto a causa di una assistenza sanitaria inadeguata

Di Redazione Infocilento

SALA CONSILINA. Gimino Chirichella potrebbe essere deceduto nel carcere di Foggia lo scorso 15 febbraio a causa di una assistenza sanitaria inadeguata prestata da parte dei sanitari in servizio nella casa circondariale dove era detenuto in attesa della conclusione delle indagini a suo carico per la morte della sua compagna Violeta Senchiu, la giovane madre 32enne di nazionalità rumena, rimasta gravemente ustionata nella sua abitazione dopo che il compagno, stando a quanto sostenuto dall’accusa avrebbe cosparso il suo corpo con della benzina per poi darle fuoco, ipotesi questa respinta dai familiari di Chirichiella.

Gimino Chirichella aveva 48 anni, era già affetto da alcune patologie. Stando alle indiscrezioni trapelate sembrerebbe che la denuncia per accertare se vi siano delle responsabilità di terzi per la sua morte sia stata fatta perché i familiari hanno il dubbio che non sia stato adeguatamente assistito dai medici che lo hanno avuto in cura nel carcere pugliese dove era arrivato dopo un ricovero in ospedale resosi necessario subito dopo la tragedia.

Il 48enne infatti aveva riportato delle ustioni in diverse parti del corpo. La denuncia è stata presentata dagli avvocati Domenico Amodeo e Franco Di Paola del Foro di Lagonegro.

Violeta Senchiu era deceduta a Novembre dello scorso anno nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli dove era arrivata, dopo un primo ricovero, con ustioni sul novanta per cento del corpo. Chirichella era stato arrestato a distanza di poche ore dalla tragedia con le accuse di omicidio pluriaggravato, per futili motivi, crudeltà e premeditazione e per incendio doloso.

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