Riceviamo e pubblichiamo, di seguito, la nota del senatore del Movimento 5 Stelle, Francesco Castiello, in risposta al Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani Angelo Paladino (leggi qui). Il riferimento è al Tribunale di Sala Consilina.
Questo il testo della nota:
Il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Avv. Angelo Paladino, rimprovera agli esponenti politici locali, tra cui il sottoscritto, il mancato impegno per la riapertura del Tribunale e la riattivazione del carcere. Si rende, perciò, necessario ed opportuno da parte mia rendere nota la pubblicazione dell’Interrogazione al Ministro della Giustizia da me presentata nella seduta del Senato della Repubblica n 50 del 23 ottobre 2018 (vedi in basso).
Inoltre, avendo di recente il Ministro Bonafede presieduto un incontro con il Coordinamento Nazionale per la Giustizia di prossimità, nel corso del quale è stata considerata la possibilità della riapertura dei Tribunali soppressi, ma con gli oneri a carico degli enti locali, ho provveduto a rappresentare al Ministro stesso, con messaggio in data 22 marzo 2019, che per il Tribunale di Sala Consilina il presupposto è avverabile, in base alla ragionevole previsione che, accanto agli enti pubblici territoriali, si rendano disponibili a intervenire anche le Banche di credito cooperativo aventi competenza territoriale nel Vallo di Diano, che potrebbero dare il loro contributo.
Lo stesso vale per il carcere per il quale, nel corso dei molteplici incontri presso il D.A.P. (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), ai quali ho preso parte insieme al Sindaco e al Presidente dell’Ordine degli Avvocati, è stato verbalizzato l’impegno del Comune e delle BCC di finanziare i lavori di restauro. Ho pure rappresentato al Ministro che, come attestato dal Presidente della Corte di Appello di Potenza, la riapertura del carcere di Sala Consilina è indispensabile per le esigenze funzionali, della Magistratura penale altrimenti restandone gravemente ostacolata l’attività. La relativa documentazione è agli atti del DAP presso il quale pende il procedimento. Il Ministro, in data 22 Marzo , mi ha risposto comunicandomi che entrambe le questioni (e le soluzioni proposte) saranno adeguatamente approfondite.
Questo il testo dell’interrogazione:
Pubblicato il 23 ottobre 2018, nella seduta n. 50 CASTIELLO – Al Ministro della giustizia.
– Premesso che, per quanto risulta all’interrogante: con decreto del Ministro della giustizia Orlando in data 27 ottobre 2015 è stata decisa la chiusura della casa circondariale di Sala Consilina, a seguito della soppressione del locale Tribunale ed al suo accorpamento col Tribunale di Lagonegro (Potenza), senza che lì esistesse alcuna struttura carceraria; il TAR Campania, sezione di Salerno, ha annullato il provvedimento con sentenza n. 2269/2016 parzialmente riformata dal Consiglio di Stato, sezione IV, con sentenza n. 5113/2017, che ha ritenuto in ogni caso necessario il contraddittorio col Comune di Sala Consilina (Salerno) e il locale consiglio dell’ordine degli avvocati; in esecuzione del dictum del Consiglio di Stato è stata convocata presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il 14 giugno 2018 una conferenza di servizi nel corso della quale il Comune di Sala Consilina ha presentato l’ipotesi progettuale dell’ampliamento della struttura carceraria a 51 posti accollandosi tutti i costi pari a 221.000 euro mediante la collaborazione delle banche di credito cooperativo operanti sul territorio, dichiaratesi ben disposte a finanziare l’opera a condizioni particolarmente vantaggiose e fornendo persino un congruo contributo in conto capitale; sembrava così risolto ogni impedimento, avendo precisato i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nella conferenza dei servizi che l’unico ostacolo era costituito dall’indisponibilità delle risorse finanziarie occorrenti per l’ampliamento e la riapertura della struttura carceraria. Senonché, nell’ultima seduta della conferenza dei servizi in data 16 ottobre 2018, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, autoconfutandosi e abbandonando l’originaria tesi secondo cui l’impedimento era costituito dalla mancanza di copertura finanziaria, hanno addotto come causa giustificativa del diniego l’ipotesi di riattivazione di una caserma dismessa per riconformarla come struttura carceraria con capienza fino a 400 posti, senza peraltro specificare quale sarebbe stata la caserma individuata per la riallocazione del carcere di Sala Consilina e quale la copertura finanziaria per la sua ristrutturazione; a una precisa domanda del sindaco di Sala Consilina, legittimato dalla sentenza del Consiglio di Stato a intervenire nell’istruttoria procedimentale, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non hanno saputo dare risposta né sull’individuazione della caserma né sull’esistenza dei mezzi finanziari per realizzare l’ipotizzata opera pubblica né sulla tempistica occorrente alla sua realizzazione. È rimasta, inoltre, priva di risposta anche la domanda del sindaco perché a Grosseto sia stato consentito di mantenere in vita, in attesa di migliore sistemazione, l’originaria struttura carceraria, pur ritenuta per le sue ridotte dimensioni inadeguata, ed a Sala Consilina, al contrario, ciò non viene consentito, creando un’evidente, innegabile disparità di trattamento essendo entrambe le strutture carcerarie in analoghe condizioni; il territorio del Vallo di Diano, che trova in Sala Consilina il suo capoluogo, come risulta dalle relazioni del 2016 e del 2017 della Direzione investigativa antimafia, è oggetto di particolare attenzione da parte delle organizzazioni criminali che tendono ad espandere la propria sfera di operatività nell’area e ciò è dimostrato dalle infiltrazioni camorristiche discendenti dell’agro nocerino-sarnese e della ‘ndrangheta risalenti dalla provincia di Cosenza. È proprio per la tutela dell’ordine pubblico e per la prevenzione e repressione della criminalità che il Comune di Sala Consilina aveva chiesto al Ministero dell’interno di provvedere all’istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza, senza ottenere positivo riscontro; la chiusura del Tribunale di Sala Consilina, la disattivazione del carcere, il rigetto della domanda di istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza costituiscono un insieme di provvedimenti a contenuto negativo che lasciano il vasto territorio del Vallo di Diano privo della presenza dello Stato e carente di essenziali funzioni pubbliche. Il presidente della Corte d’appello di Potenza, cui appartiene il Tribunale di Lagonegro, al quale è stato accorpato il soppresso Tribunale di Sala Consilina, con nota prot. 23/07/2018.0008869 diretta al Ministero della giustizia, ha rappresentato che «la casa circondariale di Sala Consilina, sebbene non abbia una grande capienza, è necessaria a tutto il circondario di Lagonegro, tra i più territorialmente estesi in Italia, comprendente ben 64 comuni, dislocati in una zona geografica che si estende dalla costa tirrenica alle zone montuose interne alla 10/11/2018 ShowDoc http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/print/18/Sindisp/0/1078617/0 2/2 Basilicata, con una rete viaria e servizi pubblici di trasporto del tutto insufficienti. Non esistono nel circondario di Lagonegro altre strutture attive per misure cautelari restrittive e per misure alternative (ad es. semilibertà); di qui la sua indispensabilità non solo per gli utenti ma anche per la funzionalità del Tribunale di Lagonegro. Si pensi alle ipotesi non infrequenti di arresto in flagranza o di fermo di persone che vengono ristrette negli istituti di Potenza, Salerno o in Calabria, con conseguente difficoltà per il GIP di procedere agli interrogatori di garanzia, che per ovvi motivi non possono essere delegati, cui si aggiungono anche le restrizioni di tipo logistico per l’uso dell’unica autovettura di servizio e di spesa-carburante imposte dal Ministero della gGiustizia agli uffici giudiziari non ovviabili con le provviste accreditate sui capitoli di questa Corte, sebbene ne sia stato sollecitato l’incremento», si chiede di conoscere: quali interventi il Ministro in indirizzo intenda assumere per porre urgente rimedio alle gravi disfunzioni nell’amministrazione della giustizia penale verificatesi a seguito della disattivazione della casa circondariale di Sala Consilina, espressamente denunciate nella richiamata nota n. 23/07/2018.0008869 del presidente della Corte d’appello di Potenza; se ritenga meritevole di accoglimento la proposta avanzata nella conferenza dei servizi del 16 ottobre 2016 dal Comune e dall’ordine degli avvocati di Sala Consilina riguardante l’adeguamento, senza alcun onere per lo Stato, della casa circondariale, con l’ampliamento della sua capienza a 51 posti, in attesa che la ventilata ipotesi di reperimento di una caserma dismessa e della sua riconversione in struttura carceraria possa trovare concreta realizzazione, così sovvenendo, nel periodo intermedio, alle esigenze di funzionalità della giustizia evidenziate dal presidente della Corte d’appello di Potenza.