Riceviamo e pubblichiamo, di seguito, nota stampa del responsabile politico UDC Angelo Quaglia in merito alle prossime elezioni amministrative e in particolare alla candidatura di Franco Alfieri.
Queste le sue dichiarazioni:
Io sono il sindaco del PD, ha urlato Franco Alfieri alla folla inneggiante con trombe e bandiere chiamate a raccolta dai comuni limitrofi. Scena d’altri tempi quando s’inneggiava al partito, al senso di appartenenza, al simbolo. Sabato sera il simbolo del Partito Democratico non c’era. Erano presenti però le facce che l’hanno sfasciato, che hanno distrutto il centrosinistra in Campania. A cominciare dal figlio di De Luca che ha scoperto che ci vuole lavoro per i giovani, dimenticando che il padre da quest’anno fa pagare le analisi cliniche da aprile. C’era il presidente della provincia, in campo per salvare il salvabile, in vista delle prossime regionali che li vedrà spazzati via dal centrodestra di Salvini, come già avvenuto in quasi tutte le regioni italiane. Si vergognano di esporre il simbolo del partito che ha fatto le loro fortune politiche. Hanno fatto la presentazione ufficiale del nuovo allenatore Alfieri, senza lo sponsor del PD, perché non gli porta più voti. Hanno annunciato progetti e finanziamenti per Capaccio in arrivo dalla regione, ma hanno nascosto che stanno già raccogliendo gli oggetti personali dalle scrivanie degli uffici regionali perché il centrodestra a breve gli notificherà lo sfratto. Alfieri ha alzato la voce per nascondere la paura della sua ultima partita politica prima di occupare posto sulla panchina della piazzetta di Torchiara suo paesello natio. Sa che il suo partito democratico l’ha scaricato. Sa che il suo fido De Luca l’ha fatto assurgere alla cronaca nazionale di Crozza, soltanto come ottimo preparatore di fritture di paranza. Ricorda bene il fallimento di assessore provinciale dell’ex presidente Villani, come ricorda lo stato di degrado e di abbandono in cui versano le strade provinciali e la nostra Stregara – Foce Sele che porta a Hera Argiva. Sa bene del mancato completamento dell’aeroporto di Pontecagnano e delle migliaia di eco balle dell’era Bassolino ancora comodamente al loro posto. Sa che non può parlare dell’ospedale di Agropoli che gli ha regalato tante elezioni ed è ancora chiuso in attesa di rianimazione. Comprende, che quando parla degli allevamenti bufalini a rischio chiusura, deve non ricordare agli allevatori che lui è il delegato all’ agricoltura della regione e che fino ad oggi non ha assunto alcun provvedimento. Nella riunione di Ponte Barizzo, si è meravigliato quando alcuni presenti gli hanno ricordato che i lavori di messa in sicurezza del Sele non erano ancora iniziati, ma ha dimenticato di rispondere agli alluvionati che lui è presente in regione da cinque anni. Alfieri sa di essere stato abbandonato dalla nuova segreteria nazionale di Zingaretti e ha paura che a Capaccio non sarà più la sorpresa come il suo predecessore. Sa che è circondato dagli stessi soggetti che affossarono la precedente amministrazione e si sforza di dire in giro che non conteranno niente e che li tiene gelosamente nascosti. Va a cena con qualche svenduto imprenditore compiacente promettendo qualche sconto alle cartelle delle tasse comunali e l’edificazione di qualche altro albergo o villaggio turistico. Alfieri ha già perso e non gli resta che attendere il pullman per tornare al paese. Capaccio non è più il laboratorio di esperimenti delle scorse elezioni. Capaccio questa volta voterà compatta Capaccio Paestum.