Vallo della Lucania, processo Molière: nulla consulenza del Pm

Il maxi processo che vede coinvolti 45 imputati tra armatori originari di Scario e Casal velino, medici e funzionari.

Di Carmela Santi

Colpo di scena nel processo Molière. Accogliendo l’eccezione presentata dai legali della difesa, il Tribunale ha dichiarato nulla la consulenza del pubblico ministero ed ha congedato il medico legale Adamo Maiese. È accaduto nell’udienza celebrata ieri mattina presso il tribunale di Vallo relativa al maxi processo che vede coinvolti 45 imputati tra armatori originari di Scario e Casalvelino, medici e funzionari.

I fatti risalgono al 2013. Per l’accusa assumevano marittimi e li mettevano in malattia con falsi certificati medici. Dall’inchiesta condotta dalla Guardia costiera e coordinata dalla procura della Repubblica di Vallo con l’allora procuratore Capo Grippo, emerse che sarebbero stati prescritti 50 anni di false malattie, 35 anni solo per il mal di schiena con danni intorno ai due milioni di euro. Il processo è iniziato un anno fa circa. Ieri il colpo di scena. L’avvocato Franco Maldonato legale di gran parte degli imputati e il collega Domenico Antonio D’Alessandro hanno eccepito la nullità e la conseguente inutilizzabilità della consulenza medico legale cui furono sottoposti i 17 marittimi (e da cui risultarono le false invalidità che davano diritto allo sbarco e all’indennità di malattia) perché espletata in difetto dell’avviso ai loro difensori, che avrebbero potuto domandare l’esperimento di un incidente probatorio a cura di un perito terzo e intervenire con un proprio consulente di parte.

Il Tribunale, con il presidente De Luca e i giudici Tringali e Setta, ha accolto l’eccezione ed ha congedato il medico legale Maiese, rimandando l’udienza al 12 aprile per sentire i funzionari dell’Inps e della Cassa Marittima. Una brusca frenata per il lavoro della Procura. Il pubblico ministero perde ora la possibilità di dimostrare il raggiro nei confronti della Cassa Marittima. Resta salva ovviamente la possibilità che il Tribunale possa disporre una propria perizia. Ma i tempi sono stretti e il processo si avvia alla prescrizione.

All’udienza di ieri mattina è intervenuto personalmente il procuratore Capo Antonio Ricci che ha cercato di contrastare l’eccezione degli avvocati. Un colpo di scena eclatante considerato il clamore mediatico che ebbe l’inchiesta con l’arresto degli armatori e dei medici. Alcuni di loro fecero tre mesi di carcere.

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