SAPRI. “La cultura è l’unico bene dell’umanitá che, diviso tra tutti, anziché diminuire diventa piú grande” diceva il filosofo tedesco Hans Georg Gadamer.
Sapri punta a diventare Città della Cultura. Infatti, sabato 23 marzo, ospiterà un doppio appuntamento dedicato al mondo della lettura.
La mattina, dalle ore 10.00, presso l’Auditorium Giuseppe Cesarino si terrà la presentazione del libro “La Grande Menzogna- Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale” del professore ordinario di Storia della Chiesa Sergio Tanzarella.
Un libro che, vuole raccontare in maniera documentata e rigorosa, ma con un ritmo agile e un approccio adatto anche ai “non addetti ai lavori”, alcune delle questioni meno conosciute e più controverse dell’ingresso, della partecipazione e della memoria della “grande guerra” degli italiani. Un “antidoto” alle celebrazioni retoriche ed acritiche del centenario della fine della I Guerra Mondiale.Un invito ad una memoria generatrice di coscienza, che sia strumento per leggere il presente e soprattutto produrre futuro, il più possibile diverso dal passato che ancora grava, pesantemente sulle nostre spalle.
Invece, nel pomeriggio alle ore 18.00, presso la Biblioteca comunale “Biagio Mercadante” continua la Rassegna “Intrecci” ideata dall’Associazione Culturale Proudhon Golfo di Policastro con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sapri.
In questo secondo appuntamento, il libro protagonista sarà “Tutti i nomi di un padre” di Nicola Vacca poeta, scrittore e critico letterario.
L’ autore attraversa l’inevitabile dolore e, con tutta la forza dell’arte poetica, interroga la Vita e la Morte senza tirarsi indietro e senza sottrarsi all’ oscurità della notte. Sa che va accettata per quello che è, se si vuole sperare di trarne barlumi di risposte, per quanto parziali. Lo si vede attraversare la quotidianità del “lungo inverno”, la sconfinata amarezza che non percepisce più la presenza del padre, della madre, e la sensibilità dell’artista può e sa registrare tutte le sensazioni che affiorano. Si legge la consistenza della rabbia, del senso di impotenza, del pessimismo, ma anche la leggerezza del ricordo e la speranza del “nuovo dialogo” forse possibile.
Chiudono il volume le considerazioni dense e illuminanti di Paolo Fiore e Donato Di Poce, ad ulteriore arricchimento di un’opera coraggiosa e necessaria.