“Presentata in pompa magna come un’iniziativa che avrebbe dato notevole impulso allo sviluppo del comparto agricolo regionale, della tanto sbandierata “Banca della Terra Campana” non c’è già più traccia. Un’ennesima opportunità sprecata per la Campania, presentata come una grande occasione sia dal delegato all’Agricoltura di De Luca, Franco Alfieri, che dal vicepresidente della Commissione Agricoltura Mortaruolo, che oggi tacciono di fronte all’ennesimo bluff conclamato di questa amministrazione regionale. Eppure, se si fosse data applicazione alla Banca della Terra, avremmo dotato la Campania di uno strumento che avrebbe consentito di recuperare tantissimi terreni a vocazione agricola da destinare, con bandi pubblici, a imprenditori del settore e, soprattutto, a nascenti imprese agricole gestite da giovani under 40. Un’operazione che, oltre a creare sviluppo e occupazione, avrebbe comportato un’inevitabile valorizzazione del patrimonio agricolo regionale, con il recupero produttivo di terreni incolti e abbandonati. E che avrebbe avuto tra gli effetti anche quello del contrasto al consumo dei suoli e di prevenzione del dissesto idrogeologico”.
E’ quanto denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione Agricoltura Michele Cammarano.
“La Banca della Terra avrebbe dovuto essere implementata con gli elenchi di tutti i beni del patrimonio immobiliare agricolo entro 60 giorni dalla sua istituzione, datata 28 agosto 2018. A quasi nove mesi da quella data, non si è ancora proceduto ad alcuna ricognizione catastale, decretando in tempi record il fallimento del progetto che avrebbe dato linfa a un settore verso il quale i nostri giovani cominciano a manifestare notevole interesse. Ne è la riprova il bando “Progetto integrato giovani” del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, che ha fatto registrare un numero di domande che supera del doppio il fondo a disposizione. Con l’opportunità offerta dalla Banca della Terra sarebbe stato possibile compensare l’aspettativa di tanti giovani che intendono investire nel comparto dell’agricoltura, tenuto contro del vasto patrimonio di terreni dimenticati, che continueranno purtroppo a rimanere incolti e a versare in uno stato di totale abbandono”.