Capaccio Paestum, polemica per gli aumenti dell’imposta di soggiorno

Imposta di soggiorno e polemiche tra i titolari di strutture ricettive

Di Filippo Di Pasquale

CAPACCIO PAESTUM. Mentre in città si è in piena campagna elettorale, tra gli albergatori e i proprietari di piccole e medie strutture ricettive serpeggia il malcontento per le modifiche all’imposta di soggiorno (leggi qui). A deciderle il commissario prefettizio Rosa Maria Falasca che ha rivisto le tariffe a rialzo. Una decisione che scontenta i titolari di strutture ricettive non tanto per le modifiche dei prezzi quanto per la tempistica del provvedimento.

“Siamo ormai a marzo – dice il titolare di una casa vacanza – molti clienti hanno già prenotato e fin ora si è tenuto conto delle vecchie tariffe”. “Sarà necessario rivedere i prezzi – sottolinea un albergatore – ma la tempestività del provvedimento è discutibile”. Non manca chi punta il dito sulle modalità di utilizzo dei fondi: “L’imposta di soggiorno dovrebbe servire anche a garantire maggiori servizi, se l’aumento permetterà di raggiungere questo risultato ben venga, ma già lo scorso anno non mi sembra che l’imposta di soggiorno abbia aiutato a migliorare i servizi per turisti e vacanzieri”.

L’imposta di soggiorno è stata istituita nel 2018 dall’amministrazione comunale guidata da Francesco Palumbo. Il gettito doveva essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture.

Lo scorso anno il Comune di Capaccio Paestum ha incassato circa 282mila euro. Tra gli alberghi che hanno versato di più l’Hotel Oleandri (24.727), Hotel Ariston (20.981 euro), Mec Paestum Hotel (16.762), Hotel Cerere (16.105), Savoy Beach Hotel (12.214), Hotel Le Palme (12.048), Hotel Schumann (11.522), Grand Hotel Paestum (11.173), Paestum Inn Beach Resort (8.409) e Hotel Minerva (8.403). Tra i villaggi, invece, primo posto per l’Oasis. In totale sono state 210 le strutture registrate sul portale comunale.

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