Ieri sera, al Teatro De Filippo di Agropoli, è andato in scena il sesto appuntamento della stagione teatrale diretta da Pierluigi Iorio. Ad affascinare il pubblico è stato Federico Buffa con “ Il rigore che non c’era”, uno spettacolo per la regia di Marco Caronna. In un luogo che rappresenta la quotidianità di ognuno di noi, tra porte immaginarie che si aprono e si chiudono, parte il racconto di tante storie di vita. La proverbiale capacità di Buffa di narrare si intreccia alle domande di un valido interlocutore ( Marco Caronna) che pone quesiti esistenziali, riflessioni argute, voglia di conoscere sperando che dal racconto si possano trovare le giuste risposte.
Ma i due non sono soli in scena. Come nella vita, la musica del talentuoso pianista Alessandro Nidi fa da sottofondo al racconto che spazia tra storie di calcio, racconti di momenti storici, ricordi di epoche musicali che riportano tutte all’annoso quesito : “ e se, quella volta lì, non avessi fatto quella scelta?” A riportare i due interlocutori alla realtà è la bravissima Jvonne Giò, cantante e attrice.
A lei il compito di essere la voce fuori dal coro, la guida e la custode della vita vera, quella fatta senza i sé, ma con la forza dell’arte che guarda in faccia alle sue domande e risponde con la narrazione. E Buffa narra, racconta. Parla di Muhammad Alì , di George Best, di Leo Messi, di Hitler, di Nelson Mandela, dello sbarco sulla Luna. Parla di storie che conosciamo, che abbiamo magari sentito più di una volta, ma che, dal palco e con il suo modo di raccontare , diventano parte di noi stessi, voglia di chiederci “ Ma noi cosa avremmo fatto?” Non possiamo saperlo, nessuno mai lo saprà ma, finchè ci sarà qualcuno che racconterà di aver visto “ Quel rigore che non c’era”, tutto continuerà ad avere un senso.