Nel 2016, gli ospedali di Polla e Sapri sono classificati dalla regione Campania Presidi di Pronto soccorso, con un’offerta totale per acuti a Polla di 192 posti letto e 20 posti letto per la lungodegenza e riabilitazione, mentre a Sapri 98 per acuti e 16 per riabilitazione. Con il Piano regionale di Programmazione della rete ospedaliera del 28 dicembre 2018 gli ospedali di Polla e Sapri “si configurano” Dea di I livello con 100 posti letto per acuti e 20 per lungodegenza e riabilitazione a Sapri, mentre a Polla l’offerta per acuti è di 152 posti letto e 25 per lungodegenza e riabilitazione. Una situazione che, secondo i Cittadini Attivi della Provincia di Salerno, farebbe emergere delle contraddizione: “per l’ospedale di Polla, che nel 2018 si configura Dea di I livello, nonostante la diminuzione dei posti letto ed in contrasto con la normativa nazionale, in base alla quale si prevede nel Dea di I livello un numero maggiore di discipline e di Unità operative rispetto al presidio di Pronto soccorso e quindi necessariamente un maggior numero di posti letto, considerato che la regione Campania, per i Presidi ospedalieri di ASL, ha fissato il parametro di 1 struttura complessa ogni 22 posti letto e di 1,31 strutture semplici per struttura complessa”, fanno sapere.
Diversa è la situazione per l’ospedale di Sapri, dove “dal 2016 al 2018 i posti letto passano da 98 a 100, ma le sorti del presidio e la sua classificazione a Dea I livello sembrerebbero dipendere strettamente dal mantenimento del punto nascita”, sottolineano gli attivisti salernitani. Infatti l’ultimo piano ospedaliero testualmente recita: “Le strutture piccole con capienza inferiore ai 100 posti letto possono rientrare, in funzione delle dimensioni delle Unità organizzative e dei bacini di utenza, solo nella categoria di presidi con PS e/o stabilimenti annessi”. “Pertanto l’ospedale di Sapri, senza i 10 posti letto di Ostetricia e Ginecologia ,vedrebbe svanire la configurazione di Dea e sarebbe un Pronto Soccorso, fatta salva comunque la contraddizione sopra evidenziata per Polla, valida in ogni caso anche per Sapri”, dicono i Cittadini Attivi.
Ma non finisce qui: “Relativamente ai punti nascita di Polla e Sapri, sembrerebbe emergere una ulteriore contraddizione tra l’affermazione del mantenimento e la diminuzione dei posti letto di Ostetricia e Ginecologia rispettivamente di 8 e 5 p.l., passando da 18 e 15 nel 2016 a 10 per entrambi i presidi nel Piano ospedaliero del 28 dicembre 2018.
La terza contraddizione risulta dal Piano ospedaliero laddove dispone: “La presente programmazione, tesa a soddisfare gli standard richiesti, individua i nuovi DEA di I livello con contestuale programmazione di edilizia sanitaria conforme e coerente all’obiettivo da raggiungere”, ma nessuna programmazione di intervento di edilizia sanitaria è prevista per adeguare il presidio ospedaliero di Polla alla configurazione di Dea di I livello.
La quarta rilevante contraddizione emerge da quello che dovrebbe essere il principio ispiratore della programmazione regionale, ovvero “la necessità di garantire equità negli accessi coniugata alla qualità del servizio stesso, ove l’equità deve fungere da contrasto alla minore probabilità che hanno le persone di livello socioeconomico inferiore, di ricevere cure efficaci ed appropriate; nonché l’incremento dei posti letto ottenuto in applicazione del DM 70/15 , al fine di permettere una migliore equità di accesso alle cure sui vari bacini di popolazione e costituire uno strumento di contrasto alla mobilità regionale”, ma tale principio ispiratore sembrerebbe perdersi di fronte a scelte dettate da mere valutazioni di opportunità politica a danno della salute dei cittadini del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro”.
Ed è su tale ultima contraddizione che il gruppo Cittadini Attivi Provincia di Salerno vuole richiamare l’attenzione del Ministro della Salute, chiedendo se la dotazione dei posti letto prevista nel piano regionale di programmazione della rete ospedaliera approvato il 28 dicembre 2018 dalla regione Campania garantisca, in modo uniforme nella provincia di Salerno, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, equità di accesso, sicurezza e qualità, nell’ambito della cornice normativa vigente.