CENTOLA. Un tunnel pedonale per arrivare in sicurezza al borgo disabitato di San Severino di Centola. È il progetto realizzato dal Comune, guidato dal sindaco Carmelo Stanziola, e finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, che permetterà a turisti e residenti di accedere nella parte alta del borgo evitando di percorrere il sentiero minacciato dal 2008 da un costone roccioso ritenuto dagli esperti “pericoloso ed instabile”.
La realizzazione del tunnel consentirà la messa in sicurezza dell’area e la riapertura della strada provinciale che collega la stazione ferroviaria di Centola con Foria, situata a valle del costone roccioso ed ufficialmente chiusa dal 13 dicembre del 2008. Il costo del progetto ammonta ad un milione e mezzo di euro.
«È nostra intenzione – anticipa il primo cittadino – utilizzare il tunnel anche come museo storico del borgo di San Severino, dove allestire mostre e collocare importanti reperti storici ritrovati nella zona».
Intanto nelle settimane scorse sono stati approvati dalla Regione anche altri due progetti che riguardano la valorizzazione del piccolo borgo: ottocentomila euro per il recupero del castello e 82mila euro per il recupero dell’identità del paese fantasma attraverso la rete regionale dei borghi abbandonati della Campania. «Nel Castello Medievale di San Severino – spiega il vicesindaco Silverio D’Angelo – sono già in corso scavi archeologici che stanno portando alla luce una realtà storica di incredibile interesse. Oggi con gli ulteriori finanziamenti ottenuti riusciremo a rendere questi spazi completamente fruibili ai visitatori. Poi con la realizzazione del tunnel renderemo questo piccolo gioiello medievale molto più accessibile ai turisti diretti nel Cilento che non potranno più fare a meno di fare una sosta anche in questo luogo ricco di storia, di arte e di bellezza».
Abbarbicato su una rupe a ridosso del fiume Mingardo, il borgo antico di San Severino è senza dubbio uno dei “paesi fantasma” più affascinanti d’Italia. Un piccolo scrigno di architettura e memoria risalente al decimo e undicesimo secolo. Nel 1888, con la costruzione della linea ferroviaria Pisciotta — Castrocucco, iniziò l’esodo lento dei suoi abitanti e nel giro di 60 anni l’intero abitato si spostò a valle. La passeggiata tra ciò che resta dei vicoli è particolarmente emozionante: la parte bassa del paese è caratterizzata da costruzioni che sembrano affondare le proprie radici nella roccia. Inerpicandosi tra staccionate e gradoni, ci si imbatte prima nella sagoma dell’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli, consacrata nel 1600, e poi nella nuova chiesa parrocchiale benedetta nel 1882.