Il maestoso tempio di Nettuno, quello più imponente dell’area archeologica di Paestum, non era realmente dedicato al dio del mare. A confermarlo anche Gariel Zuchtrieghel, direttore del Parco Archeologico, che dedica all’argomento il suo consueto editoriale sulla rivista digitale del Parco. Il vero tempio di Nettuno, probabilmente, era ad Agropoli.
“L’attribuzione del tempio a Nettuno o Poseidone, come i Greci chiamavano il dio del mare, risale al settecento – ricorda Zuchtrieghel – Gli studiosi dell’epoca sapevano che la città di Paestum in origine si chiamava Poseidonia, e nella loro immaginazione, il tempio più grande e meglio conservato non poteva che essere quello del dio che aveva dato il nome alla città. Gli scavi però non hanno fornito nessuna conferma di tale congettura”.
Il direttore del Parco Archeologico, ricorda come il tempio di Poseidon, sia da ricercare più lontano, probabilmente sulla roccia di Agropoli, sotto il castello medievale, “dove sono venuti alla luce resti di un edificio templare di epoca greca”. I reperti furono rinvenuti nell’area del castello e nel suo fossato grazie allo scavo effettuato nel 1982 dall’archeologa Carla Antonella Fiammenghi che trovò, appunto, i resti di un tempio greco, oltre a quelli di un Villaggio Protostorico dell’XI-X sec. a. C. Reperti di grande rilevanza che avvalorano la tesi di chi, come l’esperto di storia locale Ernesto Apicella, chiede l’istituzione di un museo civico all’interno dell’antica fortezza.
Tornando al tempio di Paestum, Gabriel Zuchtrieghel ricorda come oggi vi sono diverse ipotesi sulla sua origine. “Anche Zeus è stato tirato in ballo. Hera e Apollo sono due divinità molto importanti nell’ambito coloniale greco. Soprattutto il confronto con Metaponto, la colonia “sorella” di Poseidonia, fondata pochi decenni prima dalla stessa città-madre di Poseidonia, Sibari, induce a pensare alle due divinità. Ma in realtà non ci sono dati archeologici consistenti che possano corroborare tale ipotesi. E soprattutto, siccome a fianco al tempio c.d. di Nettuno ce n’è un altro (la c.d. Basilica), rimarrebbe comunque aperta la questione quale dei due monumenti attribuire a quale delle due divinità”. “Insomma, un vero rompicapo – chiosa Zuchtrieghel – Penso solo nuovi scavi potranno risolvere il problema”.