È lunga in tutta la provincia di Salerno la lista di richieste di risarcimenti per l’irragionevole durata dei processi. Nel Vallo di Diano, però, dopo il passaggio delle competenze territoriali al tribunale di Lagonegro, le procedure sono diventate ancor più lunghe e complicate. L’avvocato Michele Galiano (nella foto) ha seguito e sta seguendo diversi casi e quasi tutti si sono conclusi con il riconoscimento, da parte delle Corti di Appello interessate, del risarcimento previsto dalla legge.
«Si tratta di un procedimento – spiega l’avvocato Galiano – basato esclusivamente su documenti che provano la durata eccessiva del processo. Un caso recente che si è concluso con un risarcimento di 2mila euro, riguarda un mio cliente di Sala Consilina che nel 2008 ha citato in giudizio il suo datore di lavoro per un infortunio avuto nell’azienda dove lavorava. Per arrivare alla sentenza di primo grado ci sono voluti 8 anni e abbiamo così deciso di avvalerci della legge Pinto presentando ricorso alla Corte di Appello di Potenza che ha la competenza a giudicare in materia. La Corte di Appello sulla base della documentazione allegata al ricorso ha riconosciuto la somma di 2000 euro quale risarcimento oltre pagamento dei compensi, questo perché il giudizio aveva avuto una durata di 8 anni 1 mese e 28 giorni».
Il calcolo del risarcimento non avviene in modo discrezionale: «L’indennizzo – sottolinea il legale – viene quantificato in 400 euro per ogni anno di ritardo, ma c’è una sorta di franchigia perché nel caso dei processi civili non vengono calcolati i primi 3 anni in quanto, questo tempo viene ritenuto normale per la durata di un processo, quindi nel caso del mio cliente i 400 euro sono stati calcolati per ogni anno a partire dal quarto. I tempi di durata normale di un processo si riducono poi a 2 anni se si tratta di una causa in Appello e di 1 anno se il giudizio è pendente davanti alla Cassazione».
Un altro caso di risarcimento risale al periodo precedente alla soppressione del Tribunale di Sala Consilina. Si tratta di una causa civile durata 10 anni, dal 2002 al 2012. La Corte di Appello di Napoli aveva riconosciuto un risarcimento di circa 3000 euro. Ma per averlo è stato necessario fare ricorso al Tar perchè il Ministero ottemperasse a quanto previsto dal decreto di condanna.
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