Il Pisello Centogiorni, agricoltura senza tempo

La storia ed il progetto di una nuova rinascita

Di Maddalena Marano

Venerdì 12 ottobre 2018, è nato ufficialmente il presidio Slow Food del Pisello Centogiorni del Vesuvio, scomparso quasi del tutto,nel corso degli anni, dai campi vesuviani, a favore di prodotti più fruttuosi e quindi maggiormente adatti alla trasformazione industriale.

Attraverso questo progetto di recupero, fortemente voluto dalla condotta Vesuvio, si intende non soltanto rivalorizzare questa leguminosa dalle elevate peculiarità gastronomiche, ma, l’impegno profuso mira soprattutto a favorire l’ampliamento della produzione, che attualmente è attiva in piccolissimi poderi, e a valorizzare il lavoro dei contadini vesuviani.

La sua denominazione deriva da una prerogativa fondamentale della sua coltivazione: il ciclo produttivo, infatti sono cento i giorni che intercorrono tra l’atto della semina e quello della raccolta, tutte le fasi della lavorazione avvengono manualmente ed i semi, tramandati di generazione in generazione da pochi agricoltori e conservati nella banca del Germoplasma Orticolo Campano, danno origine ad un ortaggio che presenta frutti  di colore verde chiaro con una lunghezza di circa 8-12 cm,ogni baccello contiene 7-8 semi, il sapore è delicato, fresco e dolce.

Abbiamo chiesto al Alberto Aliberti titolare di una delle aziende riconosciute da Slow Food di raccontarci la sua esperienza, di come è nato il progetto e del perché ha scelto di puntare su questo tipo di coltura: “tutto nasce – racconta Alberto – qualche anno fa,  precisamente nel 2016, dal progetto “Contadini Vesuviani”, che, con lo scopo di recuperare i terreni da anni abbandonati nella zona del vesuviano scelgono di valorizzare la coltivazione dell’oro rosso del Vesuvio: il pomodorino del piennolo, da lì, poi, nel 2018  in collaborazione con Slow Food ed altre realtà del  territorio  la decisione di guardare avanti e rilanciare anche la coltivazione del “pisello Centogiorni”, una specie tipica della zona di Trecase, comune alle falde del Vesuvio primo insediamento di contadini nel bosco di Silva mala, coltura ampiamente diffusa fino agli anni ‘70 e successivamente abbandonata.

Le   ragioni   che   indussero   i   contadini   a trascurare tale coltivazione, condannandola progressivamente  all’estinzione, sono da  ricercarsi  nella bassa resa ma soprattutto in una accentuata sensibilità della pianta agli attacchi parassitari.

Oggi, il rinnovato interesse sorge da una doppia necessità:  da un lato, valorizzare le colture autoctone, dall’altro, dalla consapevolezza delle straordinarie proprietà organolettiche dello stesso, che consentono di qualificarlo come prodotto indiscutibilmente superiore rispetto alle molteplici varietà di piselli oggi disponibili sul mercato.

Rilanciare la coltivazione del pisello Centogiorniè molto di più che recuperare tout court il legume,  ma significa soprattutto ridare dignità ad un territorio, quale il nostro, martoriato da anni e l’unicità del pisello centogiorni, insieme a tante altre unicità potrà essere sarà la spinta che permetterà di dare alla produzione agricola vesuviana nuovo splendore”.

Coltivato e prodotto prevalentemente nelle aree agricole delle provincia di Napoli e alle pendici vesuviane, il pisello centogiorni ha riscosso da subito un successo clamoroso in tutta la Campania e soprattutto tra gli addetti ai lavori, e così abbiamo chiesto alla chef Pamela Viggiani, della trattoria “San Francisco” di Tramonti (Sa),  grande sostenitrice dei prodotti della terra di realizzare per noi una ricetta che abbia protagonista questo straordinario legume.

Ravioli di pasta di gnocchi ripieni di ricotta di tramonti su crema di piselli 100giorni

Per i ravioli di pasta di gnocchi preparate un impasto con 500 gr di patate a pasta gialla, 400 gr di farina e sale.

Stendete l’impasto ottenuto con l’aiuto di un matterello spolverizzato di abbondante farina, utilizzando, poi, un coppapasta rotondo ricavate dalla pasta ottenuta dei dischi e con l’aiuto di una sac à poche riempirli con un ciuffo di ricotta fresca chiudendoli a mo’ di raviolo.

In una casseruola scaldate un fondo d’olio evo, aggiungete un cipollotto finemente tritato e lasciate appassire, unite poi 450 gr di piselli cento giorni, portandoli a completa cottura.

Nel frattempo sbucciate e tagliate a cubetti una patata di medie dimensioni, in una capace padella mettete olio, foglie di basilico, timo ed unite le patatetaglaite, salate adeguatamente ed aggiungete abbondante acqua per consentirne la cottura, cuocete a fiamma media, senza coprire, per 20 minuti circa, saltandole piuttosto spesso.

A cottura ultimata aggiungete del parmigiano e frullate fino ad ottenere una vellutata liscia ed omogenea.

A questo punto, cuocete i ravioli in abbondante acqua salata a cottura ultimata scolateli e  componete il piatto mettendo sul fondo la crema di piselli , 3 ravioli di pasta di gnocchi ed infine una manciata di dadini di pancetta disidratata e delle foglioline di basilico fresco.

Perfetto in abbinamento un cilentano Dop delle cantine Polito, Don Vito, rosso strutturato, ammaliante con profumi terziari da affinamento rigorosamente in legno, asciutto ed armonioso, ampio ed avvolgente dai risvolti morbidi, insomma il compagno perfetto per questo matrimonio così fortemente autoctono.

Condividi questo articolo
Exit mobile version