Non è facile giocare con la lingua italiana, il teatro, l’amore e l’arte. Eppure, ieri sera, al “De Filippo” di Agropoli, Stefano Accorsi è riuscito perfettamente nell’impresa. “ Giocando con Orlando”, per la regia di Marco Baliani, è un esperimento di stile, di forma e di teatro. Stefano Accorsi veste letteralmente i panni dei versi di Ludovico Ariosto. Quando si muove sulla scena decantando “le donne, i cavallier, l’armi, gli amori, le cortesie, le audaci imprese” che raccontano la storia di Orlando, il pubblico vede il poema prendere forma grazie alla forza delle parole.
Supportato soltanto dalle scene di Mimmo Palladino, Stefano Accorsi tiene fisso su di sé lo sguardo degli spettatori, facendoli appassionare alla storia del povero Orlando che perde il senno per la bella Angelica da molti corteggiata. L’ Orlando Furioso è un testo complesso ricco di flashback e storie parallele che hanno un intento comune: raccontare l’ amore cortese e un’ Italia che sta cambiando grazie alla scrittura. Una nazione divisa eppure unita da una lingua che nasce ancor prima che si sia formato il paese. Laddove la politica fallisce, ci pensano i versi.
E così, anche oggi, Stefano Accorsi, con il suo spettacolo, riporta da Nord a Sud, quel sentimento che tiene uniti i popoli: la passione. Porta in scena un testo antico e ricco di significato; grazie all’ adattamento di Marco Baliani, lo attualizza con nuove rime riprendendo l’ ironia di Ludovico Ariosto che il pubblica apprezza molto. È un gioco che scuote l’animo degli spettatori, è un esperimento sociale oltre che artistico. In “ Giocando con Orlando” Stefano Accorsi diventa l’ ambasciatore di un sentimento, di un antico modo di fare teatro che vive ancora e lotta per raccontare al mondo che, in fondo, a Teatro, siamo ancora fieri di essere italiani.