Stefano Marrocco, attaccante classe 1991, segnerà di rosso la stagione 2018/2019. La punta, ex tra le altre di Sapri ed Angri in Serie D, Agropoli, Baronissi e Paestum in Eccellenza e Polisportiva S.Maria in Promozione, è tornata a giocare dopo un lungo periodo di inattività legato ad alcuni infortuni. Marrocco, lontano dai campi dal 3 Aprile 2015, è ripartito dalla Sanmaurese, formazione iscritta nel girone D di Promozione, attualmente al primo posto del suo raggruppamento. Abbiamo raggiunto il centravanti, autore di nove reti in stagione, per conoscere meglio la sua toccante storia.
La tua carriera, negli ultimi anni, ha subito un brusco stop causa i diversi problemi fisici che ti hanno colpito. Che momenti sono stati per te?
Nel 2015 ero al S.Maria di Castellabate, ricordo di una stagione avvincente, gruppo coeso ed affiatato, un altro campionato volgeva al termine. Il tre aprile, terzultima di ritorno, sul tre a zero a nostro favore, negli ultimi minuti, uno scontro di gioco mi ha segnato un pezzo di vita: rottura del legamento crociato anteriore, la lussazione della rotula, lesione del menisco e rottura del collaterale. Sono stati momenti disumani.
Come è stato il post infortunio? Quanta voglia e spirito di volontà sono servite per poter rientrare?
Affrontai l’intervento con tenacia, un recupero lento e scoraggiante. Iniziai la riabilitazione con tanta voglia di ritornare a giocare. La guarigione sembrava lontana e irraggiungibile, ma io desideravo fortemente di tornare su un campo. Quando il recupero pareva raggiunto arrivò un nuovo evento spiacevole: un incidente stradale. Questo mi procurò la rottura del legamento crociato anteriore dell’altra gamba, assurdo. Si ricomincia tutto da capo. Sono ripartito da zero, affrontando tutto a vele spiegate, senza risparmiare nulla, anche stavolta, però, a traguardo quasi raggiunto vennero riscontrati problemi sul primo ginocchio infortunato, interessato il menisco la cartilagine e la rotula: altro intervento. Durante questo periodo avevo un solo pensiero fisso: tornare a giocare. Mi mancavano lo spogliatoio, gli allenamenti, i compagni di squadra, correre, sudare e lottare, gli obbiettivi di squadra e fare goal. Si, il goal, il coronamento ai sacrifici svolti quotidianamente.
C’è qualcuno, che ti è stato vicino e ti ha aiutato in questo periodo difficile, che vorresti ringraziare pubblicamente?
In questo momento molto difficile, oltre alla mia famiglia, mi sono stati vicini la mia fidanzata Alessandra, che mi ha sopportato e supportato. Mi ha dato l’affetto e la forza di avere voglia di superare le avversità. Un’altra persona che voglio ringraziare è il mio amico Francesco Pezzuti, preparatore atletico con il quale ho intrapreso un percorso di riatletizzazione. Mi ha dato la consapevolezza, di volta in volta, che sarei rientrato a fare quello che volevo davvero. Agostino Alessio è un’altra figura che è stata di vitale importanza, lui, fisioterapista tra le altre di Inter e Manchester City, si è mobilitato per assicurarmi un intervento svolto da un professionista, che ha seguito i miei ultimi due interventi. Alessio, poi, ha fissato i paletti della riabilitazione. Ringrazio, inoltre, tutte le persone che mi sono state vicine e non mi hanno fatto sentire perso, permettendo il mio ritorno in campo.
Come è stato l’inizio di questa stagione per te? Hai iniziato in ritardo rispetto al gruppo, è stato complicato rimettersi in carreggiata?
Questa stagione è iniziata leggermente in ritardo per me. Quindi non ho svolto la preparazione con il resto del gruppo, questo ha rimandato il raggiungimento dalla forma ottimale. Sono consapevole del fatto che devo continuare a lavorare duramente per raggiungere il top. Non è stato facile tornare in campo, ma pian piano mi sto ritrovando.
Stai dando una grossa mano, domenica dopo domenica, alla Sanmaurese. Come è stato ritornare al goal e sentirsi nuovamente un calciatore a tutti gli effetti?
E’ la squadra che sta dando una grossa mano a me. Ritornare al goal è stata un’emozione fortissima. Il caso ha voluto che ritornassi alla rete, dopo circa 1270 giorni, proprio sul campo del primo infortunio.
La classifica di Promozione, in questo girone D, è molto corta in testa. Dove può arrivare questa squadra?
E’ un campionato davvero equilibrato. Arrivati a questo punto, della stagione, proveremo a giocarcela con tutti e alla fine tireremo le somme. Consapevoli del massimo impegno profuso dal mister, il suo staff, la società e i compagni tutti.
Cosa speri ti porti professionalmente questo 2019?
Per ora mi basta vivere questo momento di ritrovata normalità.