Cenone di Natale: ecco quanto spenderemo

Per cilentani e valdianesi costi al di sotto della media nazionale

Di Redazione Infocilento

Gli italiani spenderanno 4,6 miliardi per il cenone di Natale (2,6 miliardi). L’aumento delle tredicesime (1,7 miliardi in più rispetto allo scorso anno) non spingerà i consumi e non solo per l’1,6% di inflazione. All’Italia del rancore è subentrata l’Italia della paura che ha meno speranza per il futuro visto l’aumento della povertà e l’incertezza del domani. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Confcooperative.

Una fetta della tredicesima sarà destinata al risparmio (8,8 miliardi rispetto ai 7,7 dello scorso anno), ma in generale avremo una polarizzazione dei consumi tra chi può sostenere delle spese e chi non riesce. Prevarrà l’egoismo con gli italiani più portati a spendere per sè che per gli altri. Nel carrello degli italiani troveremo: viaggi, spese benessere, raffinatezze sulla tavola, ma aumenta il numero degli italiani in difficoltà e che imbandiranno le tavole all’insegna dell’austerity.

Anche se con una contrazione di spesa il cenone esalterà le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy con 9 italiani su 10 che trascorreranno il Natale in casa. Dato questo in flessione rispetto al 2017, così come lo era già lo scorso anno rispetto al precedente, perché una fetta delle tredicesime sarà investita in cenoni in ristoranti o in brevi viaggi in località turistiche in Italia o all’estero.

Sarà tripudio di bollicine italiane, vere autentiche superstar dei cenoni con oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy: un +13% rispetto allo scorso anno. Gli italiani continueranno a preferire le bollicine di casa nostra allo champagne.

Fuori dal menù i cibi etnici (sushi, sashimi e vongola del Pacifico), per il menù di Natale, in pole position le eccellenze del Made in Italy: vongole e frutti di mare per i primi piatti (100 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (445 milioni di euro); carne, salumi e uova (520 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (435 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (400 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (215 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (105 milioni). Chiuderà il paniere il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (410 milioni di euro).

I cilentani e i valdianesi preferiscono i cibi tradizionali e le ricette locali. Il costo medio del carrello della spesa sarà di circa 168 euro; il più economico si aggira sui 94 euro, per i cenoni più imponenti invece, nel Cilento e Vallo di Diano si spenderà fino a 240 euro. I dati sono di poco inferiore rispetto alla media nazionale.

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