Chiusura punti nascita Polla-Sapri, l’eccezione è dietro l’angolo ma…

Una scelta inopportuna

Di Antonio Citera

Una scelta inopportuna quella di chiudere i punti nascita di Polla e di Sapri, una scelta che a detta della politica Regionale dipende solo ed esclusivamente dal Governo. Però come spesso avviene in Italia, l’eccezione è dietro l’angolo.
Nel caso di Polla e di Sapri, la salvezza potrebbe essere cosa fatta se, da parte del governo Regionale ci fosse la reale volontà di voler salvare il salvabile.

Le Regioni, infatti, hanno autonomia nella scelta dei punti nascita da chiudere. Anche in caso di mancata deroga da parte del Ministero, la Regione può mantenere aperto un punto nascita garantendo la guardia attiva giorno e notte di ginecologo, ostetrica, anestesista e neonatologo, come previsto dall’accordo del 2010.

Tutto qua, bisognerebbe investire per salvaguardare la salute e l’incolumità dei cittadini.

In base alla valutazione di parametri oggettivi, il Governo concede la deroga, quindi la salvezza:

-Quando i presidi più vicini a quello che andrebbe chiuso sono troppo distanti in termini di tempo di percorrenza della strada, tenuto conto anche delle caratteristiche orografiche del luogo e del clima.

-In una zona di montagna, dove d’inverno cade molta neve e le strade sono gelate, non si può costringere eventuali partorienti a un lungo percorso per raggiungere il grande ospedale.

Polla e Sapri in linea generale rispondono a queste caratteristiche quindi dovrebbero essere invulnerabili ma, rischiano la chiusura perché non superano i 500 parti all’anno e non sono sicuri (secondo il Governo) quindi andrebbero messi in sicurezza, e tale compito spetta alla Regione.

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