Sinistra Italiana sostiene la lotta delle popolazioni del basso Cilento e del Vallo di Diano per la difesa dei punti nascita negli Ospedali di Sapri e Polla.
“È una questione di civiltà – fanno sapere – Chiudono le stazioni ferroviarie, chiudono gli uffici postali, le strade rimango interrotte per mesi, ora si pensa di costringere migliaia di famiglie ad allontanarsi sensibilmente dalla propria casa per far nascere i figli. Anche in questa vicenda, purtroppo, le promesse elettorali per la difesa dei nostri territori lasciano il posto alla demagogia e ad una sciocca legge dei numeri. Nel frattempo, come al solito, sono solo le comunità locali a pagare il prezzo di un’idea della sanità pubblica fondata su logiche di bilancio”. Secondo Sinistra Italiana “La soglia dei 500 parti è solo questo e il rimpallo di responsabilità tra Regione Campania e Governo nazionale è vergognoso. In realtà si dividono equamente le responsabilità: la prima per non aver sostenuto con la dovuta energia la richiesta della deroga, il secondo per aver risposto in modo burocratico alla richiesta della Regione. Entrambi fanno finta di non sapere che quelle aree sono già state classificate disagiate e che la chiusura dei punti nascita determinerà un ulteriore indebolimento di quei presidi sanitari. Su questo bisogna fare leva, insieme alle istituzioni locali, ai comitati dei residenti e alle organizzazioni sindacali”.
Secondo Sinistra Italiana bisogna agire in controtendenza: “la crescita di territori marginali, a maggior ragione se a vocazione turistica, si fonda innanzitutto su elevati standard qualitativi dei servizi ai cittadini. Per questo difendere i punti nascita di Sapri e Polla significa difendere complessivamente il sud della nostra provincia”.