AGROPOLI. Caduti nella rete. E’ questo il progetto redatto dall’Osservatorio per le Politiche Sociali e giovanili del Comune di Agropoli che l’amministrazione comunale è pronta a mettere in campo per tutelare i più giovani.
L’obiettivo, infatti, è quello di sviluppare un intervento di sensibilizzazione e prevenzione, che miri a contribuire alla riduzione di un utilizzo irresponsabile della rete attraverso un processo trasformativo di tutti i soggetti coinvolti nella quotidianità dei ragazzi (insegnanti, genitori, associazioni, istituzioni pubbliche, ecc.). Il progetto è beneficiario anche di un finanziamento di cinquemila euro da parte del Piano di Zona S8 ed è pronto a concretizzarsi.
L’indagine
L’iniziativa prende il via da un’indagine compiuta nel 2016 dall’Osservatorio per le Politiche Sociali e Giovanili della Città di Agropoli sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Da questa è emerso che il 69,6% dei bambini agropolesi con età compresa tra i 7 e gli 11 anni possiede uno smartphone, il 63,71% si collega regolarmente ad internet senza la supervisione di un adulto, il 78,06% utilizza WhatsApp e il 28,33% (circa 3 su 10) possiede un profilo personale facebook. Per quanto riguarda l’uso di internet da parte degli adolescenti invece (12-19 anni). L’indagine condotta, inoltre, ha svelato che il 42,4% dei soggetti intervistati ha ricevuto da uno sconosciuto la richiesta di dare il proprio numero di telefono, il 31,7% di inviare una propria foto, il 31,4% di incontrarsi con lui, il 48,4% di dire che scuola frequentasse.
Minori esposti a rischio
Questi dati fanno emergere dunque che anche i minori di Agropoli sono esposti ai rischi legati ad un inconsapevole di internet. Di qui la decisione dell’Ente di approvare il progetto “Caduti nella rete” ed avviare una campagna di sensibilizzazione sui rischi che il web può portare. “Tali interventi vogliono essere una reale risposta per la promozione dello sviluppo della personalità del minore, l’affermazione piena dei suoi diritti e non ultima, la tutela del suo benessere per affrontare quelle situazioni che, in maniera più o meno latente, identificano un disagio o un malessere del minore”, fanno sapere da palazzo di città.