CAPACCIO PAESTUM. Con semplici barriere composte da materiali riciclati è possibile frenare l’erosione costiera. L’idea rivoluzionaria è stata brevettata dall’ingegnere Giuseppe Tamburrano e inizia a prendere piede in Italia, grazie anche ad un esempio che arriva da Capaccio Paestum. Un consorzio locale di gestori di stabilimenti balneari, d’intesa con le associazioni ambientaliste, ha dato il via libera all’installazione sperimentale dei moduli.
Oltre a confermare che l’idea funziona, perché nell’arco di poche ore la spiaggia di Lido Paestum è cresciuta a vista d’occhio, l’esperimento ha fornito delle indicazioni su delle migliorie da apportare al progetto. Ora questo esempio è pronto ad essere riproposto in molte altre parti d’Italia.
Ma come sono fatti i moduli anti erosione?
L’invenzione è semplice: si tratta di barriere removibili che, al contrario di tutti gli altri sistemi antierosione, anziché ridurre la forza d’impatto sulla linea di riva, ne agevolano il riflusso e l’avanzamento. Inoltre il modulo blocca il riflusso dell’onda, ostacolando l’asportazione di sabbia e granuli degli strati superficiali della spiaggia lambiti dalle onde. Allo stesso tempo, frenando il deflusso, obbliga alla decantazione le sospensioni presenti nell’onda in partenza. Grazie ai moduli, insomma, i granelli di sabbia portati dal mare vengono trattenuti sull’arenile, contribuendo al ripascimento della spiaggia. I moduli sono ancorati al fondale con un cavo d’acciaio sul quale viene collocata la base del modulo.
Da Capaccio Paestum potrebbe essere partito un sistema rivoluzionario per risolvere un problema che riguarda gran parte della costa italiana.