AGROPOLI. Hanno preso il via ieri gli interrogatori dei soggetti sottoposti ad arresto nell’ambito del blitz “Faro”, eseguito la scorsa settimana dai carabinieri della compagnia di Agropoli e del Ros. Venticinque i destinatari di ordinanze restrittive, tutti legati al gruppo degli zingari Marotta – Cesarulo.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Fiore Marotta, rappresentato dagli avvocati Pierluigi Spadafora e Leopoldo Catena; Vito Marotta, invece, ha sminuito il caso delle minacce al sindaco e al responsabile del coordinamento della raccolta rifiuti, respingendo fermamente le accuse del reato di associazione di tipo mafioso, così come Donato Marotta che ha ammesso responsabilità solo relativamente a qualche furto.
Un lietmotiv che si ripete con gli altri interrogati. Eppure le contestazioni sono molto più gravi: violenza privata ed estorsione, commesse con l’aggravante del metodo mafioso, ovvero avvalendosi della forza d’intimidazione che deriva dal vincolo associativo e da una condizione di assoggettamento; quindi reati contro il patrimonio e contro la persone. Giovedì nuovi interrogatori.
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