Il Comune di Stio aderisce al “Patto dei Sindaci per il ben-essere equo e sostenibile”

Si punta ad aumentare il livello di benessere dei cittadini

Di Antonio Pagano

Il Comune di Stio, con a capo il Sindaco Natalino Barbato, ha aderito al “Patto dei Sindaci per il ben-essere equo e sostenibile” proposto dalla Presidenza e dal Coordinamento dei Sindaci di Città Slow Italia. Il movimento delle Città Slow, di cui Stio ne è membro da circa un anno, costituisce un importante punto di riferimento per le politiche economiche, soprattutto per quanto attiene ai giovani e al lavoro, ma centra la sua origine sulla tutela dell’ambiente e della ruralità.

Il Patto sottoscritto, rappresenta un’alleanza tra gli elementi primari del tessuto socio-culturale istituzionale da cui partire per creare la struttura sociale del futuro, in più è un’iniziativa politica che intende informare e supportare l’iniziativa della Commissione Europea 2020-2030, con una proposta che si fonda sulla ventennale esperienza delle città aderenti a Cittaslow International, presente in 18 paesi europei.

Il macro obbiettivo è quello di aumentare il livello di ben-essere dei cittadini. Il corrente quadro per il clima e lenergia 2030 che fissa tre obiettivi principali da conseguire, una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), una quota minima del 27% da energia rinnovabile, un miglioramento del 27% dell’efficienza energetica, sono elementi “necessari ma non sufficienti” per garantire la salute e il ben-essere dei cittadini europei dei prossimi decenni. Occorre allargare l’ambito di intervento socio-economico adottando un approccio più vasto e multisettoriale, quale quello sperimentato dalle Cittaslow europee.

Il Patto dei Sindaci per il Benessere Equo e Solidale  è dunque coerente con la prospettiva già delineata per passare ad un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio entro il 2050 e il Libro bianco sui trasporti, ma va oltre al fine di ricomprendere nel “benessere” categorie ineludibili come la sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale, la responsabilità sociale condivise (la shared responsibility, come anche indica il Consiglio d’Europa), la redistribuzione dei redditi e la giustizia sociale, la cittadinanza attiva, l’appagamento non solo materiale ma anche culturale e sociale delle persone di ogni età. L’obiettivo si può raggiungere attraverso l’impegno di risorse in molti campi e attraverso la scelta di diverse strategie mirate

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