“Con tutto il rispetto per la Sua persona, pensiamo che Lei creda che i cittadini del Cilento e del Vallo di Diano abbiano l’anello al naso, nel momento in cui Ella vada a scaricare unicamente sull’attuale governo Centrale quanto stabilito nel Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Campania”. Inizia così una nota di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha deciso di scrivere una missiva al Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri.
Le colpe della Regione Campania
Secondo il segretario territoriale Biagio Tomasco, infatti, la Regione ha grosse responsabilità: “Il decreto del 17.05.2016 a firma dell’allora Commissario Joseph Polimeni, recante disposizioni sul Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera, in ordine ai punti nascita dei nosocomi Cilentani, dispone che “nella provincia di Salerno è prevista la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri (310 parti nel 2015) e Vallo della Lucania (306 parti nel 2015), per le difficoltà oggettive di collegamento che offrono tempi di percorrenza molto lunghi”, ancora nulla si dispone per l’ospedale di Polla”. Successivamente, il 5 novembre scorso, il Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera, come ricorda Nursind,chiarisce che “Sono stati previsti 7 punti nascita in deroga per i quali è stata avviata presso il Ministero della Salute l’istanza di deroga. Tra questi troviamo che nella provincia di Salerno è stata richiesta la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri (296 parti nel 2016), Vallo della Lucania (263 parti nel 2016) e Polla (345 parti nel 2016), per le difficoltà oggettive di collegamento che offrono tempi di percorrenza molto lunghi. A seguito del parere espresso dal Comitato Percorso Nascita nazionale si è avuta la deroga per il solo punto nascita di Vallo della Lucania, con la conseguente soccombenza di quelli di Polla e Sapri”. Di qui il quesito: “Cosa è stato fatto dalla politica regionale, provinciale e locale affinché non si arrivasse ad una conclusione per certi versi scontata quale quella della chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti/anno?”.
“Eppure le avvisaglie c’erano e ci sono state in abbondanza – spiega Tomasco – ma nessuno ha mosso un dito sempre nella speranza della deroga riparatrice”.
“I cittadini del Cilento e del Vallo di Diano non hanno bisogno di alcuna deroga, perché il loro diritto a cure sostenibili è sancito dalla Costituzione Italiana e non certo dai calcoli di qualche ragioniere statale e/o regionale – sottolinea il sindacalista – Ci vuole dire, di grazia, cosa ha posto in essere la Sua amministrazione per far sì che tanto non accadesse?”
I poteri del Governatore
Secondo il segretario territoriale, inoltre, De Luca avrebbe i poteri per intervenire in quanto commissario alla sanità per la Regione Campania: “Egregio Governatore, ci vuole spiegare come mai nel caso delle rianimazioni abbia provveduto a prevederle in deroga anche nei presidi sede unicamente di Pronto Soccorso, e non abbia fatto altrettanto con i punti nascita, affidandosi unicamente al Parere del Comitato Percorso Nascita nazionale?”. “Lei – conclude Tomasco – è il braccio armato del Governo nazionale, Governo che non ha esitato ad attaccare pur facendone intimamente parte per come sopra ben evidenziato. i dia delle risposte, non ci bastano più i proclami”.
Sapri scende in piazza
Intanto, dopo Polla (leggi qui), anche Sapri si prepara a scendere in piazza per dire no alla chiusura del punto nascita. CittadinanzAttiva “invita tutti i cittadini alla mobilitazione di piazza organizzata dal comitato Pro-Ospedale che si terrà giovedì 22 Novembre 2018 ore 9:00 p.zza San Giovanni, Sapri”.