La chiusura del punto nascita di Polla continua a far discutere e a creare polemiche. Questa volta ad intervenire è la LEGA, coordinamento Vallo di Diano, che in una nota, di seguito pubblicata, fa una riflessione su quanto avvenuto e non risparmia critiche alla classe politica locale e regionale. Ecco il testo del comunicato della Lega:
Vallo di Diano, la storia si ripete.
Abbiamo volutamente atteso prima di dire la nostra su questo scempio, atteso invano nell’illusoria speranza che i responsabili di questa ennesima chiusura per una volta si assumessero le loro responsabilità, e invece, ancora una volta tutti contro tutti, politici, dirigenti, perfino giornalisti.
Tutti, alla notizia della chiusura a far finta di scandalizzarsi (per una cosa che si sapeva da tempo) e ad affaccendarsi per far vedere che “loro ci sono” che loro “si impegnano” per poi, parafrasando De Andrè, “gettare la spugna con gran dignità.”
Oppure nel caso che venisse concessa l’ennesima proroga, pronti per accaparrarsi la paternità della vittoria.
Una storia già vista, è avvenuto con la ferrovia, con il tribunale, con il carcere, con l’ospedale e di questo passo avverrà ancora.
Purtroppo questa è l’ennesima dimostrazione che così non si va da nessuna parte, è ora che chi di dovere si assuma le proprie colpe e, tutti la smettano di gettare fango su altri per coprire l’amico di turno.
Il reparto maternità che oggi chiude non è un fulmine a ciel sereno, era un moribondo in attesa di essere salvato, lo sapevano tutti, da anni, e chi aveva l’onere di salvarlo è stato lo stesso che lo ha condannato.
Ma voi veramente pensate che le famiglie del vallo preferiscano trasferirsi in ospedali lontani, farsi chilometri e chilometri solo per un capriccio? O come ha dichiarato il primario perché l’erba del vicino è sempre più verde?
Suvvia non scherziamo, lo stesso primario ha dichiarato che se ci fossero fondi avrebbe investito in attrezzature più moderne e personale più “giovane e motivato”, ammettendo intrinsecamente dunque che il reparto NON FUNZIONA, che il sistema è obsoleto, che gli operatori sono “oramai stanchi e poco motivati”.
C’è una legge, che piaccia o no, che chiude gli ospedali sotto una soglia minima nascite annue, pensate che l’ospedale di Polla gestito correttamente non avrebbe fatto quei numeri?? Certo che li avrebbe fatti, ne avrebbe fatti anche di più.
Ma purtroppo è rimasto un reparto arretrato, che non si è allineato con i tempi, è rimasto l’unico ospedale, dove non si effettua il rooming in (Salerno, Potenza, Lagonegro per citare quelli più vicini lo utilizzano), il nido viene gestito con linee guida che si utilizzavano in tempi remoti, un reparto ove la gentilezza non è proprio il massimo (lo lascia intendere anche lo stesso primario sempre nell’intervista), dove non viene promosso l’allattamento al seno ma si da ai neonati “la bottiglietta” al primo pianto (e non potrebbe essere altrimenti non utilizzando il rooming in), un reparto ove si impedisce alla madre di vedere il figlio se non “negli orari stabiliti”, un reparto dove ci risulta che la prima domanda quando un paziente arriva è: ”Chi è il tuo medico?“. Poi non ci si deve meravigliare che e la gente scappa!
Dunque i motivi per cui vi è il calo di nascite non è altrove, non è l’erba del vicino, ma è in casa propria!
Paradossalmente effettuare il rooming in si avrebbe anche meno lavoro da parte degli operatori, visto che molto del lavoro lo fa la mamma, ma….. per farlo ci vuole un controllo degli accessi per preservare la salute dei neonati, e qui tocchiamo un’altra nota dolente, quell’ospedale sembra un porto di mare, non si riesce neanche a gestire gli ingressi dei “visitatori”, figuriamoci altro!!
Se solo anni fa, alla prima proroga, si fosse attuato un programma di riammodernamento oggi non saremmo qui a discutere di questa chiusura.
Ma alla fine le colpe sono di tutti. Chi più chi meno ne ha, da chi non ha rimodernato quel reparto, da chi sperando nell’ennesima proroga ha fatto finta di niente, dal politico locale sempre pronto a chiudere gli occhi e interessarsi ad altro, da quei medici che hanno promosso visite private a scapito di quelle pubbliche, dagli stessi operatori che pur di non andare contro qualcuno hanno taciuto, da chi potrebbe avere qualche interesse che il reparto chiuda, allo stesso cittadino che rassegnato è andato a partorire altrove senza far sentire la propria voce, ai giornalisti che si ricordano di queste cose solo quando fanno notizia, alle divisioni politiche che negli ultimi anni non hanno espresso un rappresentate del posto, Vallo della Lucania il cui reparto non è stato chiuso ne è un esempio, e pensare che alcuni nostri, tanto cari, politici locali hanno chiesto i voti del nostro Vallo proprio per esponenti di “fuori”..…
Il Vallo di Diano è maestro nel farsi del male da solo e così purtroppo ci perdiamo tutti.
Solo con un radicale cambio di mentalità da parte di tutti, si potrà pensare di iniziare un percorso diverso, costruttivo, un’inversione di rotta, altrimenti il reparto di maternità sarà solo un altro dei servizi che perderemo.
In ultimo, vorremmo chiedere al Governatore De Luca, nonché commissario straordinario di smetterla di addossare colpe ad altri, di fare proclami, di pavoneggiarsi come il salvatore della patria, di sbandierare ogni volta quando viene da noi l’arrivo di nuovi macchinari a Polla (salvo poi essere smentito dal Dott. De Laurentis quando dichiara che la regione non manda fondi), ma per una volta di fare veramente qualcosa per il nostro Vallo a iniziare dalla sospensione provvisoria dell’efficacia del provvedimento adottato, visto che ne ha la facoltà ai sensi della legge n.241/90, perché vogliamo anche ricordargli, che non è solo un servizio che il Vallo di Diano perde con la chiusura del reparto, ma anche l’indotto economico che quel reparto genera, e Dio solo sa, quanto il Vallo di Diano ha bisogno di non perdere ulteriori posti di lavoro!
Contestualmente a quanto detto sopra, bisogna avviare subito un processo di riammodernamento dell’ospedale in modo che i cittadini tornino con piacere nel nosocomio Pollese, perché senza questo fondamentale passaggio, tutto il resto sarà stato inutile.