La fibromialgia o sindrome fibromialgica rappresenta una delle forme più comuni di dolore cronico e interessa in maniera diffusa sia l’apparato scheletrico che quello muscolo-tendineo, determinando affaticamento ed astenia psico-fisica. A dirlo è la – Senatrice del Movimento 5 Stelle Felicia Gaudiano – tale sindrome, tutt’altro che rara, colpisce approssimativamente tra un milione e mezzo e due milioni di italiani ed insorge prevalentemente nelle donne in età adulta, con un rapporto uomo – donna di 1.8, ma interessa anche giovani ed adolescenti, mentre raramente colpisce i bambini.
“L’eterogeneità dei sintomi e la scarsa diffusione di informazioni rendono la diagnosi di questa patologia estremamente difficile e spesso le persone che ne sono affette non riescono a ricevere in tempi ragionevoli cure adeguate”. “Il Servizio sanitario nazionale affronta dunque costi che potrebbero ridursi sensibilmente con una maggiore informazione sulla patologia e attraverso la promozione di attività volte ad accelerare la diagnosi e l’individuazione di un corretto percorso terapeutico”. “Si stima che in Europa ogni anno – continua Gaudiano – vengano persi circa 500 milioni di giorni di lavoro con un costo approssimativo di 34 miliardi di euro”. “Sebbene l’OMS abbia riconosciuto già nel 1992 l’esistenza della fibromialgia come fortemente invalidante, solo una parte dei paesi europei hanno dato seguito a tale riconoscimento e tra questi non figura l’Italia”. Il primo passo dunque è quello di riconoscere al paziente la propria condizione e garantirne la credibilità. “Il nostro disegno di legge mira quindi ad assicurare omogeneità di trattamento a tutti i pazienti affetti da fibromialgia su tutto il territorio nazionale prevedendo l’inserimento della patologia nell’elenco delle malattie croniche invalidanti che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie.
“Prevediamo inoltre l’individuazione da parte del Ministero della salute di criteri oggettivi e omogenei per l’identificazione dei sintomi e delle condizioni cliniche correlati, nonché l’individuazione dei presìdi sanitari pubblici già esistenti tra i reparti di reumatologia o di immunologia considerati idonei alla diagnosi e alla cura della fibromialgia”. “Prevediamo inoltre la realizzazione di campagne informative periodiche e di sensibilizzazione in collaborazione con le regioni, le aziende sanitarie locale e con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, anche attraverso la previsione di visite gratuite- conclude-.