Stella Cilento: protocollo d’intesa per tutelare la biodiversità

Ecco il progetto DicoVale: diversità, conservazione e valorizzazione delle specie legnose da frutto autoctone campane

Di Antonella Capozzoli

Arriva dalla Regione l’indirizzo che rende operativo il sistema di salvaguardia della biodiversità, in particolare per le Risorse Genetiche Autoctone ( RGA) a rischio estinzione.

Per rispondere a questa necessità, il primo cittadino di Stella Cilento, Franco Massanova, ha deciso di stipulare un protocollo d’intesa con il Centro per la Ricerca Applicata in Agricoltura ( CRAA), responsabile di un progetto all’avanguardia nell’ambito della tutela di alcune specie a rischio di estinzione.

Il CRAA, infatti, è stato eletto Ente Capofila dell’ Associazione Temporanea di Scopo (ATS) tra l’Università degli Studi del Sannio, l’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”, il CREA – Centro di Ricerca per Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura – sede di Caserta, l‘Università degli Studi di Salerno, l’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Dipartimento di agraria, il CNR per la realizzazione del progetto “DicoVale: diversità, conservazione e valorizzazione delle specie legnose da frutto autoctone campane”.

L’obiettivo inseguito dall’Associazione è quello di mettere a sistema, nel modo più esaustivo possibile, la conoscenza e al tutela delle RGV delle legnose da frutto; inoltre, “DicoVale” si propone la sfida di creare un grande network di conoscenze e attività in cui i coltivatori custodi, gli studiosi, le istituzioni possano integrarsi in un piano che proietterà le Risorse Genetiche Autoctone legnose da frutto in un contesto internazionale che sia in linea con le attuali tendenze tendenze della conservazione.

“Fondamentale” – chiariscono dalla Regione –  “è mettere in sicurezza le varietà iscritte al repertorio regionale attraverso una strategia integrata di conservazione che includa, con reciproco supporto, quella “ex situ” (effettuata dalle Banche del germoplasma), e quella in situ/ on farm ( effettuata, invece, dai coltivatori custodi), per evitare che vadano perdute. Inoltre” – concludono – “se ne deve promuovere l’uso e lo sviluppo sostenibile favorendo la circolazione di materiali di riproduzione sani attraverso una rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche.”

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