Nella primavera del 1975 il Gruppo Archeologico di Agropoli, con a capo il prof. Piero Cantalupo, intervenne prontamente in località San Marco, dove era in atto lo scavo per il piano di posa delle fondazioni dell’ennesimo mostro di cemento. Lo scavo, realizzato con mezzi meccanici, aveva evidenziato la presenza di antiche mura, contenenti numerosi reperti Archeologici.
Il pronto intervento del G.A.A. documentò la presenza di un borgo marinaro romano, identificato con il toponimo dell’antica Erculam-Herculia (I sec. a.C.- IV sec. d.C.). La catalogazione dei reperti portò alla scoperta delle più antiche e dirette testimonianze Cristiane nel nostro territorio. Una lucerna fittile del IV secolo d.C. sul cui disco compare in rilievo il Chrismon ed una epigrafe funeraria, quasi certamente del V sec. d.C. incisa su di una lastra di marmo. L’epigrafe funeraria Cristiana.
La lucerna fittile ritrovata ad Erculam è di produzione nord africana; di argilla depurata di colore arancio; spalle piatte sulle quali, entro larga scanalatura è inserito il motivo decorativo; disco leggermente concavo con cristogramma in rilievo, in posizione verticale; croce monogrammata con lettera rho rivolta a sinistra, anziché a destra. E’ molto probabile che l’errore sia dovuto alla matrice utilizzata dalla fabbrica, contenente l’incisione invertita.
L’epigrafe funeraria, probabilmente del V sec.d.C. è incisa su una lastra di marmo che, al momento del ritrovamento, era spaccata verticalmente in due. L’unico pezzo ritrovato presentava il retro liscio, non inciso, facendo ipotizzare una lapide muraria.