Sala Consilina – contrariamente a quanto preannunciato la scorsa settimana il senatore del Movimento 5 Stelle Franco Castiello ha presentato una interrogazione a risposta scritta e non più una interpellanza, che avrebbe avuto un peso politico maggiore, al Ministro della Giustizia al fine di sapere “quali interventi il Ministro – si legge nel documento – intenda assumere per porre urgente rimedio alle gravi disfunzioni nell’amministrazione della giustizia penale verificatesi a seguito della disattivazione della casa circondariale di Sala Consilina”. Nei giorni scorsi si é conclusa a Roma la conferenza dei servizi convocata dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria per valutare insieme al Comune di Sala Consilina ed all’Ordine degli Avvocati di Lagonegro se fare un nuovo decteto di chiusura del carcere dopo che, per un vizio formale, quello del 2015 è stato annullato dal Consiglio di Stato. Il senatore Castiello nella parte conclusiva dell’interpellanza chiede al Guardasigilli Bonafede (Ministro in quota 5 Stelle) di accogliere “la proposta avanzata nella conferenza dei servizi del 16 ottobre 2016 dal Comune e dall’ordine degli avvocati di Sala Consilina riguardante l’adeguamento, senza alcun onere per lo Stato, della casa circondariale, con l’ampliamento della sua capienza a 51 posti, in attesa che la ventilata ipotesi di reperimento di una caserma dismessa e della sua riconversione in struttura carceraria possa trovare concreta realizzazione, così sovvenendo, nel periodo intermedio, alle esigenze di funzionalità della giustizia evidenziate dal presidente della Corte d’appello di Potenza”. Nel corso della conferenza dei servizi il Comune di Sala Consilina ha presentato l’ipotesi progettuale dell’ampliamento della struttura carceraria a 51 posti accollandosi tutti i costi pari a 221.000 euro mediante la collaborazione della Banca Monte Pruno che ha dato la sua disponibilità ad erogare un finanziamento a tasso zero ed un quota di ventimila euro a fondo perduto per le spese di grstione della casa circondariale. Il senatore pentastellato ripercorre tutte le fasi della conferenza dei servizi che ha visto più volte i funzionari del DAP giocare al rialzo rispetto alle proposte del Comune e dell’Ordine Forense. “Sembrava risolto ogni impedimento, – scrive Castiello – avendo precisato i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nella conferenza dei servizi che l’unico ostacolo era costituito dall’indisponibilità delle risorse finanziarie occorrenti per l’ampliamento e la riapertura della struttura carceraria. Senonché, nell’ultima seduta della conferenza dei servizi in data 16 ottobre 2018, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, autoconfutandosi e abbandonando l’originaria tesi secondo cui l’impedimento era costituito dalla mancanza di copertura finanziaria, hanno addotto come causa giustificativa del diniego l’ipotesi di riattivazione di una caserma dismessa per riconformarla come struttura carceraria con capienza fino a 400 posti, senza peraltro specificare quale sarebbe stata la caserma individuata per la riallocazione del carcere di Sala Consilina e quale la copertura finanziaria per la sua ristrutturazione;
a una precisa domanda del sindaco di Sala Consilina, legittimato dalla sentenza del Consiglio di Stato a intervenire nell’istruttoria procedimentale, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non hanno saputo dare risposta né sull’individuazione della caserma né sull’esistenza dei mezzi finanziari per realizzare l’ipotizzata opera pubblica né sulla tempistica occorrente alla sua realizzazione. È rimasta, inoltre, priva di risposta anche la domanda del sindaco perché a Grosseto sia stato consentito di mantenere in vita, in attesa di migliore sistemazione, l’originaria struttura carceraria, pur ritenuta per le sue ridotte dimensioni inadeguata, ed a Sala Consilina, al contrario, ciò non viene consentito, creando un’evidente, innegabile disparità di trattamento essendo entrambe le strutture carcerarie in analoghe condizioni”. Si attende ora la risposta da parte del Ministro che nell’ottica di quanto previsto nel contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle in merito all’edilizia carceraria e alla necessità di risolvere il problema del sovraffollamento potrebbe dare il via libera alla riapertura del carcere di via Gioberti.