Dopo 290 anni dalla morte di Paolo De Matteis è stata aperta la cripta dove riposano le spoglie del grande Maestro cilentano. Un momento di grande emozione reso possibile grazie alla disponibilità della famiglia proprietaria della Chiesa della Concezione al Chiatamone a Napoli.
La cripta è stata aperta qualche giorni fa su richiesta di Nicola Capo originario di Piano Vetrale, il centro cilentano dove il Maestro nacque il 9 febbraio del 1662. Trasferitosi a Napoli in giovane età, sin da piccolo si dedicò alla pittura frequentando la bottega di Luca Giordano di cui divenne in breve tempo uno dei suoi migliori allievi. Morì il 26 luglio del 1728. Nella cripta a distanza di quasi 400 anni ci sono ancora le spoglie del Mastro. I resti del suo corpo sono stati trovati accanto a quelli della moglie e del figlio morto in tragiche circostanze.
Nella cripta si arriva dopo una lunga scalinata. Nicola Capo è rimasto colpito dallo scenario apparso ai suoi occhi. I resti ancora intatti. Sul cranio qualche ciocca di capelli. La cripta è stata descritta come un luogo elegante, nobile, rifinito con cura e nei minimi dettagli. Ogni dettaglio della visita è rimbalzato nel piccolo centro cilentano guidato dal sindaco Mauro Inverso dove da molti anni si sta lavorando per valorizzare Paolo De Matteis. Molto è stato fatto anche grazie alla passione dell’avvocato Franco Castiello presidente della Fondazione Grande Lucania oggi senatore grillino.
L’obiettivo è quello di realizzare il museo di De Matteis soprannominato da molti con il nomignolo di “Paoluccio della Madonnina” e questo probabilmente per il dono di una piccola tela raffigurante la Madonna che egli aveva fatto a Papa Innocenzo XII. Fu un grande protagonista dell’arte italiana a cavallo tra seicento e settecento. Nella sua vita da artista girovago , lavorò a Parigi sotto la protezione di Luigi XIV, ma anche in Austria , Inghilterra e Spagna. In Italia lavorò in Calabria , Genova , Roma.Bellissimi suoi affreschi li troviamo anche nella volta della chiesa di San Sebastiano di Guardia Sanframondi, piccola cittadina del Beneventano.
De Matteis non dimenticò mai la bellezza della sua terra che possiamo osservare da sfondo in molte delle sue tele le quali riproducono chiaramente scorci di panorami cilentani e secondo alcuni studiosi fece ritorno nel Cilento e nel suo paese natale tra il 1683 ed il 1700, per realizzare dipinti sacri, dietro commissione di illustri prelati e signorotti locali.