Consiglio di Stato boccia il Comune nella vertenza contro il Lido Azzurro

L'Ente aveva detto no al ripristino dell’originaria concessione demaniale

Di Redazione Infocilento

Dopo il TAR Salerno, anche il Consiglio di Stato boccia il Comune di Agropoli sul mancato ripristino dell’originaria concessione demaniale al Lido Azzurro di Carlo Scalzone.

Si chiude così una vicenda che andava avanti da diversi anni. “Dopo oltre un decennio voglio ringraziare pubblicamente, per la prima volta, e contro la sua ritrosia, l’avv. Elio Cuoco, mio legale di fiducia: grazie per le qualità umane e professionali, sempre presenti anche in momenti per te difficili e che, in questi anni, ti hanno sempre consentito di spiegare con semplicità, senza fare mai una polemica, tutte le illegittimità nascoste nelle decine di atti amministrativi adottati da chi, mi ha obbligato a intraprendere questo calvario giudiziario”, ha detto il titolare dello stabilimento balneare Carlo Scalzone.

L’Amministrazione comunale, sollecitata dal funzionario responsabile del Demanio Agostino Sica, aveva presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Salerno che aveva accolto il ricorso del Lido Azzurro e condannato in maniera netta il Comune intimando all’Ente di avviare l’istruttoria per verificare i presupposti (specificati dal Giudice Amministrativo) per il ripristino dell’originaria Concessione Demaniale del Lido Azzurro, evidenziando, inoltre, in alcuni passaggi della Sentenza,anche possibili ipotesi di reato.

Dal tenore della motivazione contenuta nel provvedimento gravato, non è chiara la ragione per cui il Comune avrebbe consentito, ad altro privato (Lido Oasi), l’occupazione temporanea dell’arenile con l’istanza rigettata dall’ente locale al Lido Azzurro.

Del tutto generico è, in particolare, il riferimento alla “delibera di indirizzo di giunta” in ragione della quale parrebbe essere stata rilasciata la concessione temporanea. Secondo i giudici “il Comune aveva l’obbligo di una motivazione perspicua e dettagliata che consentisse di comprendere appieno le ragioni della scelta e di fugare ogni dubbio su possibili favoritismi o illegittimità.

In casi come questo, laddove vengano dedotte dal privato censure di irrazionalità nel provvedere o diseguaglianze, l’amministrazione ha il dovere di indicare puntualmente quelle che sono le fonti normative o gli atti amministrativi che fungono da fondamento di quanto deciso”.

Il Consiglio di Stato, inoltre, ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli per la sospensione della Sentenza del Tar Salerno che pertanto rimane esecutiva.

La vicenda riguarda un area demaniale che in passato è stata sempre parte della originaria concessione del Lido Azzurro e che dal 2012 in poi, nonostante le istanze del titolare del Lido Azzurro, il Comune di Agropoli ha concesso , con autorizzazioni temporanee, al confinante e concorrente stabilimento balneare Lido Oasi.

Solo questa estate, dopo la sentenza del Tar, l’area demaniale in questione non è stata data in concessione temporanea al Lido Oasi, “che però – secondo quanto segnalato dal titolare del Lido Azzurro – ha comunque occupato abusivamente l’area demaniale in questione con ombrelloni e lettini, come accertato proprio dal responsabile del demanio ing. Sica con la Polizia Municipale di Agropoli, disponendone però, curiosamente ed inspiegabilmente, solo la rimozione (avvenuta comunque solo a fine estate) e non il previsto sequestro delle attrezzature con conseguente denuncia del consigliere comunale all’autorità giudiziaria”.

“Come cittadino sono dispiaciuto per l’ulteriore aggravio di spese per la collettività e per i danni causati all’attività del Lido Azzurro dall’operato del funzionario responsabile del Demanio ing. Sica, per tutelare gli interessi del Lido Oasi di proprietà del consigliere comunale Eleodoro Di Nardo”, dice Scalzone.

“Leggendo il ricorso presentato dall’Amministrazione contro la Sentenza del TAR Salerno, si intuisce che, il tutto era volto, più che altro, a tutelare e sostenere presunti ed inesistenti diritti illegittimamente acquisiti dal Lido Oasi, ed attenuare l’illegittimo comportamento tenuto dal funzionario”, ha concluso il titolare del Lido Azzurro.

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