Sui veicoli nuovi si trovano in prossimità del tappo del serbatoio di carburante, in ogni stazione di servizio sia sul distributore che sulla pistola della pompa per l’erogazione. Sono le nuove etichette carburante in vigore da oggi in attuazione del regolamento europeo 2014/94, recepito in Italia con un decreto legislativo del 2017. Tutto è nato, spiegano all’Unione Petrolifera (Up), “dall’esigenza di rendere uniforme, in un contesto di sviluppo dei carburanti alternativi, le etichette dei vari carburanti, anche per evitare confusione nei rifornimenti tra un Paese e l’altro. Accanto ai tradizionali ‘super’, ‘diesel’, gpl o altri, sono previste nuove etichette”.
Queste sono a forma circolare per la benzina, quadrate per il diesel e a forma di rombo per i combustibili gassosi. Vi compaiono rispettivamente la lettera ‘E’, la ‘B’ (più un eventuale numero ad indicare la loro percentuale ‘ecologica’), e LPG (il Gpl, o altre sigle). In particolare per la benzina il numero indica la percentuale di etanolo contenuta (E5, E10 o E85, quindi 5, 10 o 85% di combustibile ‘verde’): l’Up ricorda peraltro, in proposito, che in Italia non viene distribuita benzina addizionata con etanolo, quindi l’unica sigla prevista è la ‘E’.
Per quanto riguarda il diesel, B7 o B10 si riferiscono a contenuti di biodiesel rispettivi del 7 e del 10%, e XTL è invece la sigla del gasolio sintetico non derivante dalla raffinazione del greggio. I carburanti gassosi sono indicati con H2 per l’idrogeno e in CNG per il gas naturale compresso, mentre LPG è il Gpl e LNG il gas naturale liquefatto. Cambia molto per gli automobilisti? Secondo l’Unione Petrolifera, non c’è il rischio di confondersi perché le etichette sono affiancate da quelle tradizionali. “Inoltre il numero indicante la percentuale di biocarburante – sottolineano – si trova solo nelle pompe del gasolio. Ricordiamo che il biodiesel in Italia c’è da 20 anni, per questo l’Italia ha ritenuto puntare, in attuazione della normativa europea, sempre più in questa direzione”. Coinvolti nelle nuove etichettature anche i veicoli elettrici: è infatti in preparazione una norma specifica.
“L’etichetta – si legge in un documento di Anfia, Up, Confindustria Ancma e Assopetroli – vuole essere semplicemente uno strumento visivo che aiuti i consumatori nella scelta del carburante appropriato per il proprio veicolo”. Secondo Alberto Musso, responsabile area tecnica dell’Anfia, per l’automobilista sarà sufficiente, prima del rifornimento “controllare il tipo di combustibile del proprio veicolo, per poterlo associare immediatamente con quello dell’impianto di distribuzione. Per i veicoli immatricolati prima dell’entrata in vigore della normativa, basta consultare il manuale del veicolo”. “Questa normativa – commenta il presidente di Faib-Confesercenti, Martino Landi – avvicina la rete italiana agli standard europei, dando al consumatore certezza sulla qualità e composizione dei prodotti che immette nel serbatoio del proprio veicolo. Inoltre incentiva la razionalizzazione/ammodernamento della rete”.