Un normale controllo dei carabinieri intervenuti in un’abitazione per una denuncia di aggressione, rischia di trasformarsi in tragedia. Due Carabineri per quel fatto sono stati rinviati a giudizio. Dovranno affrontare il processo così come deciso dal gup Marotta che ha accolto la richiesta del procuratore Itri.
I fatti risalgono al mese di febbraio dello corso anno. A Torchiara un carabiniere impugnò una pistola per controllarla; a quel punto partì un colpo che sfiorò l’addome del proprietario delle armi per poi conficcarsi nel televisore di casa. Sulla vicenda ha indagato la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania dopo l’esposto presentato da Raffaele Russo un imprenditore del piccolo centro cilentano difeso dall’avvocato Franco Maldonato. A far partire il colpo un carabiniere della stazione di Torchaira intervenuto con un collega nell’abitazione del 78enne. L’uomo chiese richiesto l’intervento dei militari per denunciare la minaccia ricevuta nella propria azienda da parte di un giovane del posto per una mancata fornitura di materiale edile.
I militari, secondo la denuncia del 78enne, invece di controllare il denunciato e sequestrargli le armi eventualmente possedute, si precipitarono a controllare le armi dell’aggredito. Uno dei due carabiniere in particolare controllò la validità del certificato medico per la detenzione delle armi da parte dell’imprenditore che aveva in casa alcuni fucili e una pistola beretta calibro 6,35 sistemata nel comodino della camera da letto. Secondo quanto denunciò dall’imprenditore nella denuncia presentata alla Procura della Repubblica, il carabiniere avrebbe «impugnato la pistola, tolto la sicura, tirato il carrello e armato il cane, mantenendo l’arma ad altezza d’uomo».
Avrebbe poi inavvertitamente premuto il grilletto ed il colpo sarebbe partito centrando il televisore che era posizionati di fronte, sfiorando l’addome del proprietario di casa. I carabinieri dopo l’episodio ultimarono il controllo sequestrando delle armi ritenendo che fossero custodite in modo inadeguato. L’imprenditore denunciò subito la vicenda alle autorità competenti. Ora i due militari dovranno affrontare i processo.