Sulla scorta dell’istituzione del marchio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni – utile a salvaguardare e tutelare il patrimonio, i prodotti tipici e l’artigianato locale – il primo cittadino del comune di Pisciotta, Ettore Liguori, ha lanciato una proposta che, con le stesse finalità, aiuti a riconoscere e valorizzare l’eccezionalità identitaria di un territorio.
Si tratta del “marchio identitario locale”, uno strumento indispensabile, secondo l’Amministrazione, per rafforzare la cultura territoriale e agroalimentare che, a Pisciotta, è divenuta un vessillo conosciuto in tutta la penisola.
“La cultivar Pisciottana” – si legge nel documento di richiesta -“trae origine proprio da Pisciotta, luogo in cui, sin dai remoti fasti della Magna Graecia, è stata l’unica varietà impiantata tanto da ricoprirne gran parte del territorio agricolo. L’olivocoltura è stata la principale attività produttiva svolta, almeno fino a pochi decenni fa, quando si è iniziata ad affermare la sua spiccata vocazione turistica.[…] Inoltre” – si legge ancora – “ci sono altre attività di grande pregio sul territorio, come quelle afferenti alle rinomate Alici di Menaica, che sono già valse alla frazione Marina il prestigioso riconoscimento di presidio Slow Food.”
“Ancora nella frazione Marina, svolge la propria attività un maestro d’ascia, figura ormai rara nelle realtà marinare cilentane: è l’unico che, oltre agli interventi manutentivi sulle imbarcazioni tradizionali in legno, continua a preservare e a tramandare una pratica artigianale di grande pregio: la costruzione di gozzi in legno a vela latina. Particolarmente suggestiva” – continua – “la manifestazione che si svolge ormai da 15 anni, a settembre, che richiama numerosi appassionati provenienti da tutta Italia […] un’offerta da incoraggiare per un territorio che mira alla destagionalizzazione del turismo.”
Nel documento, poi, viene citata una curiosa “circostanza” , quella che spinto l’Amministrazione a promuovere l’idea di un marchio identitario: l’esistenza, in Sicilia, di un’azienda agricola, denominata “Pisciotta”, che si occupa della produzione e della vendita di olio: non c’è alcuna “appropriazione indebita”, dal momento che il cognome dell’imprenditore è proprio uguale al nome del Comune cilentano, ma, evidentemente, fare confusione, fra una realtà e l’altra, è possibile, ed è quanto mani necessario creare uno stemma che renda riconoscibile il valore storico- naturalistico, oltre che paesaggistico, della città.
Il Comune, per rendere ancora più incisivo questo riconoscimento, propone di creare una rete di gemellaggio di intenti fra le piccole realtà locali e territoriali, così da garantire un supporto reale alla nascita di un’identità veramente esclusiva e riconoscibile per il Cilento.