Dal Cilento a Milano: mille chilometri per ricordare i morti sul lavoro

Partirà ad aprile "Girolevitespezzate"

Di Ernesto Rocco

OGLIASTRO CILENTO. Mille chilometri in bici dal Cilento a Milano. Mille come le persone che ogni anno, solo in Italia, muoiono in incidenti sul lavoro. E proprio per ricordare loro e sensibilizzare l’opinione pubblica al fenomeno e alla scarsa sicurezza che spesso si registra sui luoghi di lavoro che Domenico Nese, assessore del Comune di Ogliastro Cilento e componente del movimento Italia Love Sicurezza, ha voluto lanciare l’idea di un cicloviaggio nelle città italiane dove nell’ultimo anno si sono verificati infortuni mortali.

“Girolevitespezzate” partirà il 28 aprile del 2019, una data simbolica considerato che è la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro.

Il percorso prenderà il via da Ogliastro Cilento, poi tappa a Pontecagnano, Maddaloni, Aprilia, Grosseto, Piombino, Pisa, Firenze, Bologna e Milano.

“E’ un viaggio dedicato a mio padre …per il dono della vita…”, esordisce Domenico Nese. “Dopo un lungo periodo di preparazione – aggiunge – in questo giorno, 16 settembre, che mi lega alla vita, vi racconto di un sogno che ho deciso di realizzare. #girolevitespezzate è un cicloviaggio di 1000 km, perché mille sono i morti sul lavoro ogni anno, solo in Italia. Un cicloviaggio nelle città italiane dove nell’ultimo anno si sono verificati infortuni mortali, per non dimenticare… e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza. Mettendo in evidenza il lato educativo di un tragico evento che può contribuire così a salvare altre vite umane”.

I partecipanti al Cicloviaggio in ogni città saranno accolti da gente comune, istituzioni, famiglie, colleghi e amici di chi ha perso la vita sul posto di lavoro; un modo per non dimenticare mai la vita spezzata, il dramma familiare e le conseguenze sociali legate alle dinamiche infortunistiche.

Alla fine del viaggio in una piccola pubblicazione saranno raccontati gli aspetti più umani raccolti per strada, le emozioni passate e vissute, le bellezze dei luoghi, la gente, ma soprattutto il dramma lasciato dalla “vite spezzata”, mettendo in risalto il lato “educativo” di un tragico evento attraverso il racconto delle storie (storytelling), per fissare nelle persone “il ricordo”.

“Questa è la sfida che un operatore della prevenzione vuole vincere per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza sul lavoro ed incoraggiare anche i media ad offrire notizie più sostanziali ed approfondite sugli infortuni e le morti avvenute sul lavoro, perché una corretta comunicazione può avere una influenza notevole per migliorare le condizioni di salute e sicurezza”, conclude Domenico

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