C’era una volta il Cilento…lo scongiuro contro il Malocchio!!! Serve ad individuare la presenza di una “fattura”. Si prepara un piatto con dell’acqua e in esso si fanno cadere alcune gocce di olio, prese col dito da una candela accesa.
Mentre il maluocchiàto (colui che ha subito la fattura) tiene una mano sul piatto, si pronunziano queste parole, scaraventando lontano le furfucèdde ( = forbici).
Se le gocce d’olio si allargano, vuol dire che il malocchio c’è; allora si procede ad altre formule più segrete, perché rivelandole vada perduto tutto il loro potere:
“Uocchio, maluocchio,
furfucèdda all’uocchio:
schiatta la mmiria
e crepa lu maluocchio.
Uocchio, maluocchio,
chi tène mmiria pozza schiattaràre.
L’accètta ogni male annètta;
‘a ronca ogni male stronca.
Santu Rumìnico àuto e forte
tre cose peggio cummannàva:
lu freddo, la frève
e la roglia re capo.
Re capo ‘i pigliava
e nterra ‘i ghittàva.
(si ripetono i primi sei versi e poi si conclude):
Dio ci liberi da ogni povero cristiano!!!”