Era in moto con un amico dell’istituto Albergiero “Paolillo” di Gromola dove aveva appena sostenuto l’esame di terza. All’improvviso, però, la moto su cui viaggiava Debora Radano è finita fuori strada. Erano le 12.30 del 4 Giugno: la ragazza, apparsa subito in condizioni gravi, fu trasportata all’Ospedale di Vallo della Lucania dove è morta due settimane dopo, ovvero il 17 giugno.
Debora viveva ad Eredita, ma aveva molti amici a Capaccio, dove andava a scuola, e ad Agropoli dove vivono alcuni parenti e dove ha frequentato le scuole medie. In un’istante la sua vita e quella di quanti la conoscevano è mutata: dalla gioia per il superamento dell’esame del terzo anno di corso alla tragedia di un incidente che dopo due settimane d’agonia ha portato via una giovane vita.
Due mesi fa è ricorso il decimo anniversario di quella tragedia, mentre oggi Debora avrebbe compiuto 27 anni.
La mamma Teresa, per l’occasione, ha voluto rivolgere un messaggio alla figlia perduta.
Ecco il testo:
Sono trascorsi 10 anni dalla morte di Debora Radano.
Una sofferenza che mi ha spinto come madre, a combattere nel tentativo di sensibilizzare i giovani a dare importanza alla vita. Ed è proprio da 10 anni che sono responsabile della sede dell’A.I.F.V.S. Salerno e provincia e presidente dell’associazione intitolata “Progetti per Deby”.
“Inesorabile torna una data a ricordarti ciò che non è più. Eh si, oggi è il tuo compleanno angelo mio. Su una torta sarebbero state spente 27 candeline – questa lettera che riporto integralmente a seguire spero valga come monito per tutti i giovani, e non solo, conducenti stradali.
A pensarci bene tutto sembra essere iniziato da te, forse perché il resto non era importante o forse, semplicemente, perché non era te. La mia vita è iniziata nel preciso istante in cui con il tuo pianto, sei venuta al mondo, con il tuo cuoricino che batteva sul mio quando ti ho stretta fra le braccia. In quell’attimo, ci siamo guardate e abbiamo capito che ce l’avevamo fatta, che era tutto vero e che questa gioia indescrivibile aveva colpito le nostre vite. Uno sguardo che ha sostituito le parole, spazzato via le paure ed aperto le porte ai sentimenti. Quelli veri. Quelli mai provati prima.
Quel giorno mi hai regalato l’amore, figlia mia, quello puro, semplice che non ammette “ma” o “se”, quello che, fra le insidie e le difficoltà della vita, mi ricorda sempre il significato di quello che ho e che cercherò di non perdere mai. Avrei voluto tutto per te, bambina mia. Tutto il meglio che non hai potuto avere. Mentre riempio questo foglio con l’inchiostro, i pensieri mi confondono poiché mai avrei pensato di scrivere una lettera il giorno del tuo compleanno, lo stesso giorno in cui, queste parole avrei potuto dirtele guardando i tuoi bellissimi occhi. E le lacrime, ora, scendono inarrestabili.
Questo potrebbe rendermi stupida poiché so che non ci sei e che forse mai leggerai ma non voglio nascondere i miei sentimenti. Mi rendo conto di essere profondamente esagerata, di dover imparare da chi la vita la prende con leggerezza, ma la realtà è che ho paura, amore mio. Ho una paura tremenda. Paura di dimenticare con l’età che avanza i nostri pochi o tanti ricordi, di non saper mantenere la promessa fatta in quegli ultimi istanti, di non essere all’altezza, di non riuscire a fare abbastanza, paura di non darti troppo, paura del mondo, della vita e della morte. E per questo trattengo le parole su un foglio affinché io non scordi, affinché non dimentichi. Ma ho anche capito che non accadrà mai poiché la mia guida si chiama amore.
Ogni anno pensi di potercela fare ma poi la mezzanotte arriva inesorabile e scatta ‘il giorno del dolore’. Mia Figlia non è qui e non posso festeggiarla, non posso abbracciarla. Un compleanno in Cielo è una cosa triste. Piccola mia, ho fatto degli errori, sai? Avrei dovuto trovare più forza, avrei dovuto perdonarmi prima di non averti saputo custodire alla vita, avrei dovuto renderti fiera di me e della mia forza, ma non ce la facevo, il dolore mi portava con se. Ma ora sono la mamma di un Angelo e devo trovare la forza di crederci, devo parlarti, amarti, coccolarti come se fossi qui. Grazie per ogni piccolo miracolo che mi fa credere agli angeli. La tua assenza ed il pensiero di te mi hanno reso una donna un po’ “così-così”. Ma ti sento con me sempre e tu con la fede, l’amore e l’amicizia mi dai la grinta per sorridere, la forza di sopportare e il coraggio per non mollare, anche la voglia di crederci ancora e dare un senso a questa vita. Tutto ciò non scivolerà via con delle lacrime.
Il mio regalo oggi sono solo fiori e un collage di foto; altro non posso che i nostri ricordi. Tu vivi ancora. Spero che tutti gli angeli già siano uniti in coro per cantare: tanti auguri a te. Buon compleanno Debora, buon compleanno vita mia”.