Aumento di tumori in Cilento: Intervista al dottore Luigi Gregorio

"Non seguiamo più la Dieta Mediterranea, continuiamo ad ammalarci e morire di cancro"

Di Carmela Santi

“Da tempo stiamo sollecitando gli amministratori cilentani, abbiamo presentato un esposto in Procura e ci sono state due interrogazioni parlamentari. Non vogliamo creare allarmismo ma dobbiamo capire perché tanti casi di tumore”. Il dottore Luigi Gregorio presidente della cooperativa Parmenide è impegnato in un percorso di sensibilizzazione.

Dottore come si spiega questi dati nella terra della Dieta Mediterranea?
Sulla Dieta Mediterranea dobbiamo essere onesti. Ne parliamo da una vita, abbiamo avuto la fortuna di avere qui il professore Ancel Keys che l’ha teorizzata , ma sostanzialmente oggi la dieta mediterranea non la facciamo più.

Si spieghi meglio?
Basta andare in giro per renderci conto che c’è una deviazione verso modelli alimentari lontani dalla dieta mediterranea. Intanto continuiamo ad ammalarci e a morire di cancro.

Perché, quali sono le cause ?
É difficile al momento dirlo. Non abbiamo insediamenti produttivi a rischio o particolari farne di inquinamento. Cosa certa è che i nostri dati son  manipolati. Sono reali. Non sono proiezioni o expool come qualcuno talvolta vuol far credere. Sono stati estratti dai data base di tutti i 168 medici di base da Battipaglia a Sapri. Una delle nostre colleghe è morta proprio di tumore due giorni fa a Sapri.

Come sono venuti fuori i vostri dati?
I colleghi medici da 2014 hanno messo a disposizione i propri archivi distribuiti in 70 comuni da Battipaglia a Sapri. Hanno complessivamente in carico oltre 210 mila assistiti.  Il lavoro è stato realizzato estraendo i dati dal server della cooperativa  utilizzando due criteri di identificazione : l’esame dei codici propri della malattia ed il codice di esenzione cui hanno diritto i pazienti che ne sono portatori.

Qual è il confronto con i dati nazionali?
Nell’ambito del nostro territorio e su poco meno di 200 mila assistiti indagati ,la media che risulta dai dati estratti dal server della cooperativa è del 4,83 % con picchi nel Distretto di Vallo e di Sapri superiori alla media nazionale. Inoltre i primi dati di “Incidenza”, nuovi casi  registrati su una data popolazione in un intervallo di tempo definito, ci danno una percentuale superiore (1,01%) a quella nazionale (6,5 %) .

Da tempo state chiedendo la collaborazione delle istituzioni locali.
Ci siamo rivolti in primis ai sindaci fino ad oggi alquanto latitanti,  perché costituiscano un Osservatorio e spingano sulla prevenzione.  Non vogliamo fare allarmismo ma è un dovere morale secondo noi che questi dati siano resi pubblici. Anche i colleghi della terra dei fuochi quando hanno inizio a lanciare allarme non sono stati presi nella giusta considerazione”.

I dati del vostro studio non lasciano spazi a dubbi.
Il problema c’è, è reale, speriamo che qualcuno inizi a preoccuparsene. Sono gli amministratori i responsabili della salute dei cittadini. Non i medici. É importante sedersi intorno allo stesso tavolo, lavorare sulla prevenzione, ma soprattutto capire le cause ”.

Perché questo silenzio?
Perché i nostri dati sono scomodi per chi si occupa di turismo, di marketing di promozione del territorio. Mi rendo conto di questo. Ma non possiamo mettere la salute dei cilentani al secondo posto rispetto alla favola della terra felix. Qualcosa c’è che non va e abbiamo il dovere di capirlo.

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