Immersione subacquea: esiste un mondo tutto da scoprire nel nostro Cilento

Intervista ad Antonio Attanasio prossimo al brevetto di Dive Master

Di Christian Vitale

Nel nostro Cilento, negli ultimi anni, sta prendendo piede il fenomeno legato al mondo dell’immersione. Diversi sono i centri che preparano curiosi ed appassionati ad affrontare la discesa, a varie quote, nelle acque marine. Tra questi figura Diving Center, centro immersioni, Submania di Agropoli, diretto da Alessandro Picariello, che da dieci anni svolge attività legate principalmente alla didattica e all’escursionismo. Tra i giovani prossimi all’attestato di Dive Master, ovvero guida subacquea a tutti gli effetti, figura Antonio Attanasio, a cui abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio il mondo delle immersioni.

Come ti sei avvicinato a questo tipo di attività? Quale sono stati i primi aspetti che ti hanno colpito?
Ho cominciato ad appassionarmi, in maniera seria dopo aver praticato apnea e snorkeling. La subacquea non è un’attività che si inventa dall’oggi al domani ma un qualcosa che ti appartiene e che ti fa sentire a casa ed estraniare dal mondo terrestre per qualche ora.

Perché consiglieresti a qualcuno di avvicinarsi al mondo delle immersioni?
Non la consiglierei perché porta dipendenza. Scherzi a parte, fornisce una conoscenza didattica di un qualcosa che va fuori dall’ordinario, sia a livello fisico che culturale. Questo tipo di attività provoca benessere mentale, visto la scoperta di un ambiente totalmente diverso di quello visto quotidianamente, e fisico, per via del rilassamento muscolare legato ad una percezione di gravità minore rispetto a quella vissuta sulla terraferma.

Nelle immersioni svolte dal vostro gruppo vi è mai capitato di imbattervi in incontri inusuali o particolari?
Tutto quello che vediamo sotto la superficie dell’acqua, a mio avviso, è inusuale. L’importante è trattare tutto quello che ci circonda, in quel momento, con il massimo rispetto. Mi ha colpito l’aver visto, dal vivo, un branco di piccoli barracuda che ci guardava dall’alto. Anche essere osservato da alcune murene rimane abbastanza particolare come incontro.

Come è strutturato l’iter formativo per diventare una guida subacquea?
Si parte da un primo approccio denominato “battesimo del mare”, dove l’istruttore capisce l’affinità dell’allievo con questo tipo di attività. Poi si passa alla vera e propria formazione chiamata di “primo grado” dove si acquisiscono le competenze tecniche ed emotive per poter scendere ad una quota massima di 18 metri. Il secondo grado prevede la discesa sportiva sino a 30 metri, nel terzo è prevista la discesa a 42 metri di profondità. Inoltre in questi corsi si acquisiscono altre “specialità” come: principalmente l’orientamento e navigazione subacquea, immersioni affrontate in notturna e corsi di salvamento.

A quale rischi siete maggiormente esposti quando scendete in profondità nelle immersioni?
L’immersione più sicura, come dice il nostro istruttore Annino Festa, è quella fatta a zero metri per zero minuti. Siamo esposti a costanti pericoli sia chimiche che fisiche, l’importante è trattare il proprio corpo e il mondo che ti circonda con rispetto e cultura, che si acquisisce grazie all’esperienza. Per fare qualcosa di “straordinario” bisogna avere una conoscenza ampia, che spazia dal buon uso dell’attrezzatura a disposizione per finire alle nozioni basilari di fisica. Non esistono immersioni sicure, esistono immersioni fatte con criterio e disciplina. Anche saper dominare le proprie emozioni è fondamentale: svolgere una corretta risalita evita incidenti legati al fenomeno della decompressione.

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