Licenziamento collettivo per i dipendenti della Yele, la società partecipata che negli ultimi anni si è occupata della raccolta rifiuti nei comuni cilentani. Ogni speranza di avere un futuro occupazionale è cessata di esistere dopo l’arrivo del liquidatore. Massimo Di Pietro è giunto il 20 luglio e ha subito precisato che avrebbe svolto il suo compito senza perdere tempo e che non avrebbe potuto fare altro che la liquidazione, come il ruolo affidatogli dal Tribunale prevede.
Per i lavoratori una doccia fredda resa ancora più drammatica dall’annuncio arrivato ieri. Da oggi gli uffici di Vallo della Lucania restano chiusi.
«Per noi dipendenti, a rischio disoccupazione – ribadisce una delle lavoratrici, Maria Maiuri – è arrivata la conferma che mai avremmo voluto avere. La notizia, pur non sorprendendoci, ci ha colpiti. È imminente l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, intanto resteremo in ferie o altro in attesa dell’incontro presso l’ufficio provinciale del lavoro». Maiuri con rammarico aggiunge: «Comprendo e rispetto l’attività del liquidatore, che auspico riesca a limitare i danni economici, ma non posso accettare quanto noi lavoratori stiamo subendo a causa della gestione scellerata».
I lavoratori si erano rivolti con una lettera anche al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Nessuna risposta, mentre avanzano anche dieci mensilità. «Vorrei ringraziare il “sistema Cilento”- lo sfogo della lavoratri- ce Maria Maiuri- dai burattini ai burattinai della politica, per aver concorso all’affermazione dell’anti-giustizia».