ROSCIGNO. Un progetto per trasformare la casa per anziani in un centro di accoglienza. L’iniziativa è dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pino Palmieri che attraverso un’apposita delibera di giunta ha dato mandato agli uffici di predisporre il progetto per l’opera. L’obiettivo è ottenere i fondi per una ulteriore riqualificazione dell’immobile. La cifra richiesta si aggira intorno al mezzo milione di euro, fondi che potrebbero arrivare dal Pon Legalità 2014-2020.
Per il sindaco Palmieri si tratta di un progetto importante poiché l’immobile di proprietà del Comune garantirebbe una migliore accoglienza e faciliterebbe l’integrazione degli immigrati rientranti nell’ambito del progetto Spar. Ma non solo: nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, infatti, vi è anche la creazione di un presidio sanitario specialistico con centro di aggregazione utilizzabile non solo dai rifugiati, ma anche dai cittadini. Insomma usufruendo dei fondi del Pon Legalità il Comune potrebbe garantire un servizio per l’intera comunità che grazie alla presenza degli stranieri (attualmente sono trenta le unità presenti sul territorio) starebbe registrando già dei benefici. Il sindaco Palmieri rivendica infatti l’attivazione di tirocini formativi utili per la pulizia del paese che hanno consentito di ridurre il costo della spazzatura e la prossima istituzione di una casa famiglia che garantirà la presenza di sei bambini i quali, una volta iscritti alla scuola media, permetterebbero di evitarne il rischio soppressione.
Nonostante i propositi, però, la scelta dell’amministrazione comunale non ha mancato di suscitare polemiche. Alcuni cittadini hanno accusato il sindaco di non tenere fede alle sue simpatie leghiste e al motto “prima gli italiani”; altri, invece sottolineano come l’immobile non possa essere destinato a fini diversi da quelli relativi all’ospitalità per gli anziani. La struttura di via Cesare Battista, infatti, fu donata al Comune con un lascito testamentario da parte di un privato affinché fosse destinata unicamente ad ospitare gli anziani del paese. Il progetto approvato dal Comune, quindi, contrasterebbe con lo scopo poiché è vero che un centro del genere è stato attivato nel vicino comune di Bellosguardo ma in questo caso si tratta di una struttura affidata a privati e non comunale. Un problema, questo, che ha innescato anche il dibattito politico.
“Ho appena letto la delibera della Giunta, che si vuole dare una nuova destinazione alla casa Resciniti, donata affinché fosse adibita ad ospizio per gli anziani, in una casa di accoglienza gestita della SPRAR. Ancora una volta è stato attuato uno sgarbo istituzionale nei riguardi della Minoranza, che nulla ha saputo di tale decisione, nonché un affronto al donatore, ai tanti Consigli Comunali delle varie Amministrazioni passate che tanto si sono spese per tale realizzazione e ai tantissimi milioni consumati per raggiungere lo scopo”, accusa Lucia Clemente, capogruppo di minoranza.
“Ora come non mai Roscigno deve assicurare un posto dove poter trascorrere in serenità la vecchiaia a chi non ha la fortuna di avere una famiglia o a coloro che hanno i figli lontano. Di questi se ne deve far carico il Comune e non un privato che può e deve necessariamente aprire o chiudere, per migliorare la sua attività e poter soddisfare una crescente richiesta, una casa per aprirne un’altra più grande in altro luogo. Come capogruppo della minoranza dichiaro subito il dissenso e la non condivisione di tale provvedimento”, aggiunge.
L’augurio è che il caso venga discusso in consiglio comunale e “che venga rispettata la volontà di chi donando la casa pensava di andare incontro alle esigenze dei più deboli o di chi vorrebbe dare l’addio alla vita emettendo l’ultimo respiro con l’aria di Roscigno: L’amministrazione Comunale ha il sacrosanto dovere di rispettare il volere del donatore. Ben vengano i migranti, giusto fare accoglienza ma non dobbiamo esagerare a discapito dei nostri anziani”. La capogruppo di minoranza ricorda come a Roscigno siano già presenti due strutture private dedite all’accoglienza e si chiede “Perché crearne una terza mettendo a disposizione un bene di proprietà della popolazione?”