Agropoli vertenza Lido Oasi, i proprietari: “vittime di aggressione mediatica”

Abbiamo rispettato, senza clamori né invettive, le decisioni della giustizia

Di Comunicato Stampa

“Da un po’ di tempo stiamo assistendo ad un’ agressione mediatica contro il Lido Oasi, ordita da propetario del Lido Azzurro”. E’ quanto denunciano i proprietari del Lido Oasi di Agropoli. Tra i due stabilimenti balneari da tempo è in atto una “guerra” giudiziaria che interessa la legittimità delle rispettive attività e degli spazi occupati.

“È il caso di spiegare come stanno le cose. Tutte le attività svolte dal Lido Oasi e anche dal Ristorante Bar trovano riscontro in precisi atti giudiziari. Anzi abbiamo rispettato, senza clamori né invettive, le decisioni della giustizia”, fanno sapere i proprietari.

“Dopo le ultime ordinanze del Tar Salerno, a noi favorevoli sono intervenuti i decreti del Presidente del Consiglio di Stato che hanno inibito le attività, sugli appelli proposti dal titolare del Lido Azzurro Scalzone – fanno sapere – Solo all’esito della decisione della sesta sezione del Consiglio di Stato, che per quanto riguarda il Lido non ha sospeso gli atti ma a semplicemente sollecitato la definizione della controversia dinanzi al Tar, sono state riprese le attività, che sono dunque perfettamente legittime”.

Dopo la difesa dallo stabilimento balneare contrattaccano e accusano il Lido Azzurro che continuerebbe “a svolgere le attività su strutture abusive. Eppure, in sede penale, il consulente del P.M. ha accertato che la maggior parte delle strutture è abusiva giacché realizzata dopo il 1967 senza alcun titolo. E perché non e stata mai definita la pratica di condono presentata dal proprietario Scalzone nel 2004, come sollecitato dalla famiglia Di Nardo, che non può essere assentita sia perché è provato che le opere sono state realizzate dopo il 31/03/2003 sia perchè assentiti su aria vincolata. E come mai ha potuto indisturbato chiudere, senza alcun permesso una struttura che era una semplice tettoia con pilastrini e copertura”.

“Siamo accusati, quando invece stiamo rigorosamente rispettando le decisioni della giustizia e guarda caso da chi impunemente sta esercitando l’attività in strutture abusive”, concludono dal Lido Oasi.

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