“Decolonizzare il museo”: Paestum e l’Orientale di Napoli alla ricerca del futuro della memoria

Ecco l'iniziativa

Di Comunicato Stampa

Al via un nuovo progetto di ricerca innovativa sul “futuro della memoria” nel XXI secolo. Ad annunciarlo la rettrice Elda Morlicchio e il professor Iain Chambers dell’Università L’Orientale, insieme al direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel.

“Vogliamo rendere il passato criticamente pertinente al presente tramite temi vitali e attuali quali i colonialismi e le migrazioni nel Mediterraneo – dichiara il prof. Chambers, ordinario di sociologia e studi postcoloniali – dalle migrazioni dei Fenici e dei Greci a quelli di oggi si propone di smontare e ri-assemblare i componenti del museo moderno quale luogo del sapere.”

Il progetto a mira sviluppare nuove prospettive per la ricerca, la didattica e la museografia nell’epoca della globalizzazione e del postcolonialismo – temi essenziali per pensare il “museo del XXI secolo”, come afferma il direttore Zuchtriegel: “Si parla molto di nuove tecnologie, realtà aumentata ecc., ma tutto ciò riguarda solo il ‘come’… bisogna invece riflettere a monte su ‘cosa’ vogliamo comunicare nei nostri musei. Il museo come istituzione nasce nell’ottocento, all’apice del colonialismo e dell’imperialismo europeo … portarlo nel XXI secolo vuol dire molto di più che mettere qualche supporto didattico multimediale o fare una pagina Facebook. Bisogna tornare sui contenuti.”

Tra i temi che saranno affrontati in progetti di ricerca e incontri, c’è anche quello dell’audience development. “Attuare una strategia museologica inclusiva e pluralista significa anche avvicinare pubblici che oggi non ci sono o ci sono solo in percentuali minimi… lo ha dimostrato il Museo Egizio di Torino, il cui direttore Christian Greco sta facendo un lavoro eccezionale”, dice Zuchtriegel.

Il progetto si è avviato ufficialmente giovedì scorso con una conferenza dell’artista e scrittore Paul Carter, Melbourne, sulla Tomba del Tuffatore e la “esposizione dell’invisibile”, tenutasi a margine della mostra “L’immagine invisibile. La Tomba del Tuffatore”, nel cinquantesimo dalla scoperta nel museo di Paestum (in corso fino al 7 ottobre). Durante il prossimo anno, seguiranno incontri tra Napoli e altre città italiane e straniere sul tema del futuro della memoria e della museologia nel XXI secolo. “Il Tuffatore di Paestum è solo un elemento nel dibattito, ma al tempo stesso è una specie di prisma che rinchiude in sé la transizione verso una possibilità di integrazione e di comprensione umana, una riflessione sulla memoria quale elemento fondante della civiltà e del nostro proiettarci verso il futuro”, dichiara Paul Carter. (v. qui per il testo intero della sua conferenza goo.gl/4eRpco ).

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