Colpo di scena nel processo per la morte del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni. Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione ha chiesto l’annullamento della sentenza senza rinvio per gli infermieri coinvolti nella vicenda, sia per l’accusa di sequestro di persona che per omicidio colposo. Per i medici, invece, la richiesta è di conferma per il reato di falso in atto pubblico e di annullamento con rinvio per l’accusa di sequestro di persona. Se così fosse verrebbe demolito tutto l’impianto accusatorio relativo alla morte di Mastrogiovanni, deceduto all’ospedale di Vallo della Lucania dove era ricoverato in regime di Tso nel 2009.
La sentenza di primo grado aveva condannato i medici per sequestro di persona, morte come conseguenza di altro delitto (il sequestro stesso) e falso in atto pubblico. Erano stati assolti invece, tutti gli infermieri.
La sentenza d’appello, poi, aveva ridotto le pene per i medici ma aveva condannato anche gli infermieri.
Una vicenda intricata quella di Francesco Mastrogiovanni, ricoverato in seguito a un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) il 31 luglio 2009, e morto per edema polmonare nella notte del 4 agosto nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, dopo un’interrotta contenzione chimica e meccanica di oltre 80 ore.
Stando alle accuse, l’insegnante era stato legato al letto dell’ospedale con delle fasce di contenzione mentre dormiva, non era stato mai alimentato e non era stato permesso ai suoi familiari di fargli visita. La sua storia ha portato anche ad una proposta di legge da parte dei Radicali per riformare il trattamento sanitario obbligatorio.
Nel pomeriggio è prevista la discussione dei legali, in tarda serata dovrebbe arrivare la sentenza. Soddisfazione per le richieste del Pg da parte dell’avvocato Franco Maldonato, difensore del caposala del reparto.