E’ uno dei luoghi simbolo di Agropoli: si estende dalla foce del Fiume Testene fino all’antica torre di avvistamento. E’ il Lungomare San Marco, centro della movida cittadina ma anche luogo scelto per fare lunghe passeggiate nelle soleggiate giornate invernali e d’estate rinomata località balneare.
Le spiagge, le più ampie della città, sono caratterizzate dalla presenza di sabbia nera composta da minerali di origine vulcanica ricchi di ferro. Secondo alcuni questa caratteristica le renderebbe addirittura virtuose, avendo un potere curativo di cui si narrava già in epoca greco o romana.
Ma perché il lungomare agropolese porta questo nome? A San Marco non sono dedicate chiese in città e il culto dell’Evangelista non è legato al territorio.
L’origine sarebbe altra. Secondo gli studi compiuti dal professore Piero Cantalupo, il toponimo che oggi individua tutta la vasta area costiera tra i fiumi Solofrone e Testene, in origine indicò un casale medioevale, di San Marco appunto, ubicato in una zona pianeggiante proprio nelle vicinanze del mare. La denominazione si sarebbe successivamente estesa a tutta l’area.
Il Lungomare di Agropoli fu abitato fin dall’antichità. La foce est del Testene, infatti, rappresentava una baia naturale ben riparata tant’è che i Greci prima e dopo la fondazione della vicina Poseidonia (circa 625 a.C.) la utilizzarono per i loro traffici con le popolazioni locali. In età romana, invece, si sviluppò il borgo marittimo di Ercula che fiorì, come è stato accertato, tra il I sec. a.C. ed il V sec. d.C., allorché il porto di Poseidonia (allora detta dai Romani Paestum) subì un processo di progressivo insabbiamento a seguito dei bradisismo litoraneo.
Quando nel corso dei V secolo, le incursioni dei Vandali provenienti dall’Africa resero difficile la vita ad Ercula, i suoi abitanti si ritirarono sul promontorio, che offriva maggiori possibilità di difesa.