Ottati: vuole riavere la figlia data in affido, scopre che il suo era un falso avvocato

La storia di Pamela Bergamini

Di Katiuscia Stio

OTTATI. «Tutta la mia vita è cambiata, non sono più sola e spaventata. Ora ho tutto ciò che serve per crescere le mie bambine. Ma non mi ridanno Sharon che, anzi, è stata dichiarata adottabile». È tutta concentrata in questa frase la triste storia di Pamela Bergamini e della sua piccola Sharon.

La donna, 28 anni, originaria di Pasturo, Lecco, dopo la morte del compagno, è costretta a dare in affido, consensuale, la sua bimba. Poi incontra un giovane di Ottati, si sposa. Si rasserena. Dalla loro unione nasce una bimba, Sofia, si trasferiscono ad Ottati. Inizia la “guerra” per riavere Sharon.

Ma la vicenda si complica: «L’avvocato che ci doveva rappresentare non era un avvocato» dichiara Ettore Perrotta, suocero di Pamela. La scoperta, avvenuta successivamente al conferimento del mandato, ha di fatto costretto l’Autorità Giudiziaria salernitana ad arrestare il procedimento di trasmissione degli atti al Tribunale dei minori di Milano, competente per territorio. In quanto tutti gli atti sottoscritti dal presunto legale, al quale era stata affidato un preciso mandato, risultano nulli. Perrotta e la Bergamini decidono di sporgere querela nei confronti dell’avvocato. Intanto il ricongiungimento della piccola Sharon con la mamma naturale risulta essere ancora in alto mare, almeno sino a quando non saranno riproposti tutti gli atti relativa all’impugnazione della sentenza di adottabilità della minore.

«Come Amministrazione comunale siamo vicini a tutte le famiglie e a tutti i nostri concittadini, pronti a sostenerne i loro disagi nel migliore dei modi possibili. – sottolinea il sindaco Eduardo Doddato – Come uomo mi unisco alla disperazione di una mamma che piange per gli errori del passato ed è sconfortata per il futuro».

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