Ieri sera, al Teatro De Filippo di Agropoli, Paolo Mieli, con“ Era d’ Ottobre, ha chiuso la Rassegna Di Teatro Civile, novità della terza stagione teatrale, ideata dal Direttore Pierluigi Iorio. In sala la presenza di molti studenti che hanno ascoltato attentamente la lectio magistralis del professor Mieli. Un racconto storico, un’analisi lucida e dettagliata sui protagonisti del Comunismo.
“Era d’ Ottobre” è una storia che analizza le assenze, dando loro un significato che pone l’ accento anche sul senso delle presenze. Il filo conduttore è il quadro di Guttuso che rappresenta i funerali di Togliatti. Ci sono tutti al suo capezzale. O quasi. Nel dipinto alcuni protagonisti sono stati volutamente esclusi. Il perché si coglie, pian piano, attraverso le parole di Mieli che, in un continuo rimando tra presenti e assenti, spiega le vicende che hanno portato alla rappresentazione di quell’ appello ideale degli attori del Comunismo.
Dal suo racconto emergono forti personalità come Lenin, Stalin, Togliatti, Dolores Ibarruri, Ho Chi Minhma, ma anche forti contraddizioni interne. Un grande assente è Trockij, braccio destro di Lenin, anzi pare che dietro al pensiero di Lenin ci fosse proprio l’impronta intellettuale di Trockij. Eppure lui non c’è nella rappresentazione del funerale del Comunismo. Forse perché non ha avuto il carisma di Stalin o di Lenin o, forse, perché rappresentava un forte contraddittorio all’ idea di Comunismo che si sviluppa con Stalin. È la stessa dualità che contraddistingue la figura di Togliatti, un comunista che si è formato con Stalin, ma che, in Italia, porta una versione mitigata del Comunismo. Di lui amici e nemici hanno apprezzato la lungimiranza di pensiero. In seguito al suo attentato, fu il primo a placare le sommosse e una possibile rivoluzione. Eppure avrebbe potuto cavalcare l’onda del dramma e conquistare quei voti che aveva perso, qualche mese prima, nelle elezioni del 48. È storia, una storia fatta di forse, di quesiti che rimarranno senza una risposta. Trockij non è l’ unico assente, all’ appello mancano anche Krusciov, Mao, Fidel Castro, Che Guevara, Solženicyn, Pasternak, Dubcek. Personalità che hanno avuto un ruolo determinante nella storia del Comunismo. Forse troppo.
Mieli analizza, uno ad uno, i volti di questa storia, senza tralasciare nessuna vicenda: la guerra civile spagnola, il secondo conflitto mondiale, la destalinizzazione, i gulag, il dissenso sovietico, le lotte di liberazione, la rivoluzione cinese, quella cubana, la rivolta d’Ungheria, la primavera di Praga, le guerra di Corea e del Vietnam, per giungere alla stagione di Gorbaciov e al crollo del muro di Berlino. In “Era d’ottobre” Paolo Mieli traccia una linea netta in una pagina di storia molto controversa. Lo fa attraverso i volti, partendo da un funerale e concludendo con l’inno comunista, quasi a voler ricordare ai superstiti di quel pensiero da quale ideologia e sentimento ha preso forma quella linea diventata poi nel tempo troppo netta.
“Era d’ ottobre” è un racconto piacevole, arricchito dalla regia di Angelo Generali e prodotto dalla Corvino Produzioni. Uno spaccato di storia e di vita politica e sociale, illustrato da un grande storico e giornalista che onora il Teatro con il suo contributo culturale e artistico.