Negli anni Ottanta era facile incontrarlo in Piazza Santini o nelle strade adiacenti: Francesco Cortese, da tutti conosciuto come “Ciccio”, non pedalava, ma utilizzava la bicicletta per camminare, perchè aveva un problema alle gambe. I suoi problemi motori erano dovuti al congelamento dei piedi che patì in un campo di prigionia in Siberia durante la campagna di Russia. Francesco Cortese, infatti, era un reduce della seconda guerra mondiale. Un uomo solitario, a cui un po’ tutti cercavano di dare una mano. Abitava in una casetta di cui oggi non resta che un rudere in via Fornilli, proprio dove di recente, per volontà del consigliere comunale Alfonsina Montechiaro, è stata completamente ripulita l’area dell’antica fontana-lavatoio. Quella stessa area dove oggi è possibile vedere anche i resti di quelli che un tempo erano i forni pubblici, da cui prende il nome la strada.
Nato a Capaccio il 2 giugno del 1916, morì nel 1996. Ai bambini incuteva timore per la sua barba lunga e l’incedere lento. Ma era molto benvoluto. La sua figura è rimasta nel cuore di tante personeDi qui l’idea di intitolare a lui l’area della fontana che oggi è anche area verde e area pedonale. Un’area che era da anni nel degrado e che oggi è stata interamente riqualificata.