Sala Consilina: il Piano di Zona si trasforma in Consorzio e ora c’è chi si augura una maggiore trasparenza

Di Erminio Cioffi

Sala Consilina – Il Piano di Zona S10 diventa Consorzio Sociale e diventa autonomo rispetto al Comune di Sala Consilina che fino alla trasformazione era il comune capofila. Ora dovrà essere nominato il CDA: il sindaco di Sala Consilina, Presidente uscente del Piano di Zona (in quanto primo cittadino del Comune Capofila), convocherà l’assemblea nella quale dovranno essere eletti il presidente, il vice presidente e 2 membri del Consiglio di Amministrazione. La trasformazione non ha messo d’accordo subito tutti i 19 comuni che fanno capo al Piano di Zona, infatti l’ultimo ad aderire, dopo una prima bocciatura avvenuta a dicembre, è stato quello di San Pietro al Tanagro. “La speranza è che questa trasformazione – spiegano i dipendenti di alcune cooperative che prestano i loro servizi al Piano di Zona – porti ad una maggiore puntualità nei pagamenti visto che oltre alla quota di partecipazione che i comuni pagano al piano di zona se ne aggiungerà una seconda per il Consorzio”. Ci sono casi di cooperative che hanno maturato crediti molto consistenti e che per poter andare avanti sono state costrette a rivolgersi alle banche. Sono diversi i consiglieri comunali che hanno criticato negli ultimi anni la gestione del Piano di Zona e tra questi uno dei più agguerriti è stato Michele Galiano, consigliere comunale di minoranza a Sala Consilina: “la costituzione di un Consorzio tra Comuni per la gestione del sociale – ha spiegato Galiano – dovrebbe impegnare i Sindaci o i loro delegati a far rispettare le regole di trasparenza che ogni soggetto pubblico dovrebbe contemperare. Un ente che gestisce così tante risorse, che dovrebbero essere destinate ai “cittadini” bisognosi, non può adottare provvedimenti senza che gli stessi vengano adeguatamente pubblicizzati e motivati. In passato ho sollecitato più volte il Comune di Sala Consilina ad un maggiore controllo su alcuni aspetti essenziali della gestione ma non ho mai ricevuto risposte chiare e puntuali. Anzi, molte volte non ho ricevuto alcuna risposta alle mie richieste di chiarimenti, soprattutto laddove evidenziavo l’assoluta necessità di mantenere i bilanci dei due enti separati per verificare il corretto utilizzo delle risorse destinate al sociale”.

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