ASCEA. Era il febbraio del 2017 quando il Comune chiese al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali l’autonomia per il Parco Archeologico. Il consiglio comunale approvò la proposta facendo voti al Mibact di «adottare ogni provvedimento di propria competenza affinché il sito Archeologico di Elea – Velia ed il sito della Certosa di Padula vengano equiparati, da un punto di vista gestionale ed organizzativo, al Parco Archeologico di Paestum, il tutto prevedendo una gestione integrata ed unitaria dei tre siti».
L’obiettivo era chiaro: scongiurare che la gestione di Velia potesse essere assegnata al Polo Museale Regionale di Napoli, così come previsto dall’integrazione al decreto ministeriale del 2014. Ora, però, le cose sono andate diversamente. Nei giorni scorsi, infatti, è stato confermato il passaggio di competenza a Napoli. Una brutta notizia per quanti speravano in un rilancio dell’area garantendone l’autonomia come avvenuto con Paestum. L’amministrazione comunale chiedeva di aprire una nuova fase nelle politiche dei Beni Culturali con un’organizzazione unificata dei siti di Elea-Velia, di Paestum e della Certosa di Padula affinché una struttura amministrativa unitaria ed una gestione integrata potessero da un lato ottimizzare le risorse e dall’altro estendere le attività di promozione e valorizzazione ad un contesto paesaggistico e culturale più ampio.
Fin ora la gestione dell’area era affidata alla Soprintendenza che aveva non poche difficoltà, soprattutto nel reperimento dei fondi, per assicurare anche l’ordinaria manutenzione dell’antica città. Per questo negli scorsi anni fu stipulato un accordo con Comune di Ascea e Comunità Montana per garantire una collaborazione nella tutela, valorizzazione e gestione del sito.