Agropoli: l’Associazione “Spartakus” nel mirino delle Istituzioni

I volontari lanciano un appello:" aiutateci a sostenere i randagi negli stalli privati"

Di Antonella Capozzoli

“Siamo amareggiati e delusi, ma abbiamo capito che dobbiamo fermarci.”

Con queste parole, Ilaria Procida, una delle volontarie più attive dell’Associazione “Spartakus, dalla parte degli animali”, chiarisce la criticità di una situazione che, da tempo, sta mettendo a rischio l’essenza stessa del progetto di salvaguardia dei randagi abbandonati sul territorio.

“I responsabili del settore randagismo campano” – continua la Procida – “hanno pensato bene di controllare i volontari [che lavorano con gli animali], o meglio, i cani che amorevolmente accudiamo, cercando di non far mancare loro nulla né dal punto di vista sanitario, né da quello alimentare.” Un iter complesso e delicato che, alla fine, condurrà, inevitabilmente, al sequestro.

“Noi crediamo che prima di arrivare a questo, dovranno intimarci lo sgombero entro un lasso di tempo determinato; per questo,” – prosegue la volontaria -” tutti i nostri trovatelli saranno inviati presso stalli a pagamento.”  E non si tratta di numeri esigui: i randagi, attualmente, sono 12 – esclusi i 3 adottati dal presidente dell’Associazione, Vincenzo D’Andrea – per un spesa mensile fissa di circa 900 euro.

Con delusione e rassegnazione, dunque, i volontari sono costretti a cedere e ad arrestare il proprio lavoro “non per scelta, ma per l’obbligo imposto dalle istituzioni che, da oggi, ci aspettiamo facciano la loro parte con lo stesso animo, rispetto e amore che abbiamo sempre avuto noi volontari verso le tante creature di cui ci siamo presi cura”.

Lo sgomento, la rabbia e la preoccupazione da parte degli utenti che frequentano assiduamente la pagina Facebook dell’Associazione e che si occupa di adozioni, è evidente; “Com’è possibile che succeda tutto questo? Cosa succederà all’Associazione?” Queste le domande più frequenti, a cui risponde, ancora, la volontaria: ” I cani saranno tutti indirizzati a stalli privati e controllati sino alle adozioni, questo ve lo assicuro. Se mi chiedete come sia potuto succedere” –  continua – ” vi dico che purtroppo noi, per legge, non possiamo sostituirci alle istituzioni, non ne abbiamo il diritto. Certo è” – promette- “che sarà nostra premura vigilare affinché siano queste stesse istituzioni che ci stanno fermando ad occuparsi in maniera impeccabile dei randagi che non potremo più accogliere noi. L’ultima arma che ci resta”, conclude, “è l’amore e la condivisione: chiunque sia interessato, potrà aiutare i piccoli randagi adottandoli a distanza e permettendo loro di vivere una vita dignitosa.

 

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